Matteo Leoni

Mi sorride dal suo appartamento in centro a Dublino, è felice della sua vita nella capitale irlandese tra lavoro, birra e i percorsi che Joyce ha così spettacolarmente disegnato con la penna in “The Dubliners”. Mi dice che purtroppo non può stare troppo tempo a parlare su Skype, ha un biglietto per una partita di rugby nel pomeriggio, come dargli torto… Il suo nome è Alessandro Palla, 27 anni, pisano di nascita e di formazione.  E’ lui il “pisano nel mondo” di cui vi parliamo stavolta su L’Arno.it.

Alessandro, fai una breve presentazione di te.
Sono Alessandro, ho 27 anni, vivo e lavoro a Dublino.

Che mi dici della tua formazione? Percorso di studi?
Allora, le superiori le ho fatte al Liceo Dini a Pisa. Ad essere sincero non ho brillato particolarmente durante i cinque anni, ad eccezione delle materie scientifiche come matematica o fisica. Per quanto riguarda l’università sono sempre stato indeciso tra fisica ed ingegneria, ma alla fine ho scelto la seconda. Mi sono quindi laureato in ingegneria elettronica all’Università di Pisa a 23 anni; fondamentali sono state alcune esperienze fatte durante il percorso universitario sia nel Regno Unito che in un’azienda milanese. Dopo ho iniziato il dottorato a Pisa, sempre nell’ambito ingegneristico, per i successivi tre anni, occupandomi di ausili tecnologici per persone disabili.

Mica male! (ridiamo, ndr). Cosa ti ha spinto a partire?
Onestamente non pensavo di rimanere a lungo fuori dall’Italia. Il progetto iniziale era un semplice tirocinio alla sede irlandese di Intel, qualcosa di sei mesi. Alla fine però mi hanno fatto un’offerta che non potevo rifiutare.

Per quanto riguarda la tua vita lavorativa ed extra lavorativa cosa mi dici?
Beh, la vita lavorativa è molto appagante. La nostra divisione si occupa di progettare chip di nuova generazione nel campo dell’intelligenza artificiale ed il lavoro è molto eccitante visto che è una ricerca di punta in un settore in forte espansione. Anche la vita extralavorativa non è male.

Non è male? (ridiamo insieme)
No, diciamo che anche quella è molto soddisfacente, sia con i colleghi che con l’ambiente di una città che vanta una grande comunità italiana. L’unico problema è con il cibo, ad eccezione di hamburger ed ottima birra, il cibo più salutare che hanno è l’insalata con sopra tanta, troppa maionese. Per il resto la città è molto “easy”, anche se sei arrivato da poco è molto facile trovare altre persone, italiane e non, che sono nella tua stessa situazione.

E tornando a Pisa, cos’è che tuttora ti lega alla città?
Un po’ tutto in realtà: parenti, amici e la mia ragazza, Martina, che vive e studia lì. Cerco di tornare abbastanza spesso… diciamo ogni due mesi massimo.

A cosa stai lavorando? Progetti per il futuro?
Se tutto va bene a maggio dovrei discutere la tesi di dottorato, così posso chiudere quel capitolo della mia vita e concentrarmi ancora meglio sul futuro. Le opportunità e le ragioni per tornare a Pisa come vedi non mancano, speriamo in un futuro non troppo lontano possano concretizzarsi.

Non voglio rubarti altro tempo, Alessandro. I risultati che stai ottenendo non sono da tutti. Ti consideri un “cervello in fuga”?
Con tutta quella birra in corpo di cervello ne è rimasto ben poco (ridiamo, ndr). Preferisco definirmi un “cervello in viaggio”, la prospettiva è quella di tornare prima o poi, del resto l’Italia ha investito un sacco di risorse nella mia formazione, che adesso stanno facendo le fortune di un’azienda non italiana. Al contrario mi piacerebbe in futuro poter ripagare sul territorio l’investimento che la nazione ha fatto nei miei confronti. Ma per poter portare competenze da fuori c’è comunque necessità di qualcuno che abbia fatto esperienza nei centri più importanti, anche all’estero.

Matteo Leoni

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