Fresco di una medaglia d’oro e una d’argento (di squadra) agli ultimi Europei di scherma under 17 a Sochi (Russia), il pisano Filippo Macchi ha portato in alto i colori azzurri. Il gradino più alto del fioretto lo ha raggiunto battendo il danese Jonas Winterberg-Poulsen, che era partito favorito. Era convinto di fare bene, e ha dimostrato di essere uno degli atleti più forti nella sua categoria. Ma non si ferma, il prossimo obiettivo sono i Mondiali. E un sogno: quello di fare sempre meglio in questa disciplina sportiva che bazzica da prima che andasse a scuola. Filippo è “figlio d’arte”. I suoi genitori, Simone Macchi e Michela Zurlo, sono stati bravi schermidori. La loro storia d’amore è iniziata proprio vicino alle pedane, nei tanti tornei frequentati insieme quando erano ragazzi.

Filippo, qual è il ricordo più bello che ti porti a casa dagli Europei, a parte le medaglie?
Dopo la vittoria sono andato ad abbracciare Alessio Di Tommaso, mio compagno in nazionale, che avevo battuto in semifinale. Abbiamo iniziato a tirare di scherma da piccoli… Purtroppo nella gara che abbiamo disputato lui si è fatto male

Quale risultato pensavi di raggiungere prima di partire?
L’avevo detto anche ai miei maestri, al preparatore atletico e allo psicologo: il mio obiettivo è arrivare ad una medaglia. Quest’anno ero arrivato due volte secondo, stavolta è arrivata la medaglia d’oro, anche se in semifinale ho avuto un calo emotivo…

Perché?
Io e Alessio sportivamente siamo cresciuti insieme, fin dalle prime gare col fioretto di plastica nei piccoli circoli di provincia, arrivare a giocarsi la finale agli Europei era il sogno di una vita. C’era tanta gioia nei nostri animi, anche per il semplice fatto di essere lì, l’uno contro l’altro, per un obiettivo così importante. Non aver potuto giocarsela alla pari, perché lui si è fatto male, non è stato bello.

A cosa hai pensato quando hai dato l’ultima stoccata?
Quando è arrivata ho pensato subito che fosse mia (la stoccata, ndr). Per convenzione si accendono entrambe le lui, se c’è un contatto, e così l’arbitro ha deciso avvalendosi della mov iola.

Momenti di grande tensione, immagino. Cosa hai provato?
Ho avuto un po’ di paura, lo confesso, ma ero certo che il punto fosse mio. Dopo che l’arbitro lo ha assegnato a me ho fatto subito una corsa a fondo pedana verso Alessio e il responsabile dell’under 20, Fabrizio Villa. Insieme abbiamo fatto una grande festa. Dopo la gara non ho avvertito quelle stesse emozioni forti.

Progetti futuri? Stai preparando altre gare importanti?
Sicuramente il Mondiale, in programma dal 1° al 9 aprile. Una spinta in più perché si tengono in Italia, a Verona. A organizzarli è il presidente del Chievo Verona, Luca Campedelli. Grazie ai miei genitori lo conosco bene. Quindi ho una ragione in più per cercare di disputare un buon Mondiale. Anche se, a dire il vero, aspetto ancora la convocazione da parte del ct Andrea Cipressa.

Dove ti alleni e quante volte?
Tutti i giorni, dalle 19 alle 21, alla palestra del Circolo Scherma Navacchio.

Hai un metodo di allenamento particolare, legato agli obiettivi che ti poni?
Abbiamo un preparatore fisico, Dario Ficini, con il quale costruiamo insieme il programma di allenamento. Il lavoro estivo è fondamentale, ci sono un po’ di gare da disputare bene. Poi si lavora sugli obiettivi, con carico e scarico, alternando la preparazione fisica al tiro.

Che scuola frequenti?
Il Liceo scientifico Dini di Pisa, sono in terza.

Come va la tua vita da studente?
Non posso definirmi bravo come nella scherma…

Coniugare lo studio e lo sport ad alti livelli non deve essere facile…
Sì, questo è vero. Ti confesso che spesso, al mattino, sento un po’ di stanchezza, dopo essermi allenato e stancato molto la sera prima ed essere andato a letto intorno a mezzanotte, dopo aver cenato e studiato un po’, oltre ai compiti del pomeriggio. Questo mi impedisce di stare attento come dovrei. Lo sforzo che mi serve per apprendere le nozioni, dunque, è maggiore. Spero comunque di riuscire a migliorare. Ne approfitto, se posso, per dire una cosa…

Prego…
Vorrei ringraziare pubblicamente il preside Andrea Simonetti, e tutti i professori, che grazie a un protocollo stipulato tra scuola e Coni, mi consentono di giustificare le mie assenze (per disputare le gare), recuperando compiti e interrogazioni.

Cosa ti piace di più tra le materie che studi?
Mi è sempre piaciuta di più è la matematica. Ma in base ai risultati non brillanti degli ultimi tempi, mi sta piacendo un po’ meno (sorride). Grazie ad alcune ripetizioni che sto prendendo, con un bravo professore, mi sto appassionando ad un’altra materia, il latino.

Con la grinta che tiri fuori in pedana non pensi che potresti fare molto bene anche sui libri?
Sì, è proprio così. Con la stessa grinta sono certo che potrei raggiungere risultati migliori. Purtroppo non ci riesco. Dico purtroppo perché non tengo alla scuola quanto alla scherma. I miei genitori mettono molto impegno per seguirmi e starmi vicino, quindi spero di poter migliorare soprattutto per loro. Se lo meritano.

Hai già pensato a cosa ti piacerebbe fare da grande?
Vorrei arruolarmi ed entrare in un gruppo sportivo, nelle Forze armate o in Polizia. Mi è sempre piaciuto il mondo delle forze dell’ordine, sin da quando ero piccolo, e se dovessi riuscire ad entrare in uno di questi gruppi potrei continuare ad allenarmi, facendo sport ad alto livello. Poi, con un titolo di studio, magari potrei anche fare carriera, una volta accantonato lo sport.

Sai già come funziona per entrare in uno di questi gruppi?
Per presentare la domanda devono essere passati tre mesi dal compimento del 17° anno. A me mancano ancora un po’ di mesi. Poi c’è un concorso che funziona sulla base dei punteggi acquisiti. Con le due medaglie che ho vinto agli Europei spero di averne conquistati abbastanza.

Quando hai iniziato a tirare di scherma?
Intorno ai 4-5 anni. Dopo ho fatto un anno di karate. È stato mio nonno, Carlo Macchi, maestro di scherma (ex ct della Nazionale under 20, ndr) a mettermi in mano per la prima volta il fioretto. Poi ho smesso per due anni perché sono andato a giocare a pallone, e per alcuni anni ho praticato entrambi gli sport. Iniziando a disputare le prime gare a livello nazionale under 14 mi sono definitivamente appassionato alla scherma.

Sei tifoso di qualche squadra di calcio?
Tifo per il Pisa e simpatizzo per il Chievo e l’Inter. Anche se è solo per il Pisa che soffro, se il risultato non è buono.

Il tuo campione preferito?
Il grande sindaco Andrea Lisuzzo.

Nel mondo della scherma c’è un atleta a cui ti ispiri?
Ce ne sono due, Simone Vanni e Salvatore Sanzo. Sono campioni e grandi persone.

Il tuo sogno più grande?
Vincere un’Olimpiade.

Grazie Filippo, te lo auguriamo di tutto cuore. E siamo certi che ci darai molte notizie da scrivere con le tue gare. In bocca al lupo!

Filippo Macchi e Alessio Di Tommaso

Scrivi un commento