Trascorrere qualche ora immersi nel verde, tra i profumi della natura e i colori di un’infinità di specie vegetali, non ha prezzo. L’Arno.it vi consiglierà le più belle passeggiate in campagna, collina, al mare o sui monti. Ma per chi volesse godersi la natura in città c’è il bellissimo Orto e Museo botanico di Pisa, vero e proprio vanto pisano, a pochi passi dalla torre pendente. Dal 4 giugno sono iniziate le “Domeniche al verde”, con la prima giornata di ogni mese di apertura gratuita. L’ingresso è da via Ghini 13 o da via Roma 56. Orari estivi: dalle 8.30 alle 20, con possibilità di entrare fino a un’ora prima della chiusura.
Fondato nel 1543-1544 dal naturalista e medico Luca Ghini, quello di Pisa è il primo Orto botanico universitario del mondo. Inizialmente fu costruito sulle rive dell’Arno, nel giardino annesso al convento di San Vito (vicino alla Cittadella e all’Arsenale mediceo), poi nel 1591 si decise di spostarlo nell’attuale collocazione, dove col tempo fu ingrandito, fino a occupare agli attuali tre ettari di estensione.
Passeggiando nell’orto botanico si compie un viaggio tra le specie vegetali di 5 continenti. Imperdibile il museo, erede dell’antica Galleria voluta nel 1591 dal Granduca di Toscana, Ferdinando I de’ Medici, per raccogliere le “opere della natura”. Al suo interno si trovavano uno studio di pittura, per eseguire le illustrazioni botaniche, e un laboratorio per realizzare i medicamenti. Di questo primo periodo si conservano i quadri, coi ritratti di illustri botanici, il portone monumentale dell’entrata alla Galleria e lo “Studiolo” per i semi dell’Orto botanico. Oltre agli oggetti legati all’insegnamento della botanica, si possono ammirare anche gli “erbari”, preziosi strumenti di lavoro per i ricercatori di tutto il mondo.
I due alberi più anziani dell’orto botanico si trovano nella sezione denominato “Orto del cedro”. Si tratta di un Ginkgo biloba di circa 4 metri di circonferenza (il più grande di tutto il giardino) e una magnolia alta 14 metri. Entrambi furono piantati da Giorgio Santi, direttore dell’orto, nel 1786.
Sotto un grande cedro del Libano nell’ottobre 1839 iniziarono i lavori della Prima Riunione degli Scienziati italiani. Il cedro non c’è più dal 1935. Al suo posto oggi c’è un bellissimo cedro dell’Himalaya.
Un consiglio: se potete visitate l’Orto botanico più di una volta, in stagioni diverse. Solo così potrete ammirare fino in mondo lo splendore della natura nei suoi diversi colori e profumi.