Dopo 94 anni Benito Mussolini non è più “cittadino onorario” di Pisa. L’onorificenza gli era stata concessa il 23 maggio 1924. Ora il Consiglio comunale l’ha revocata. A seguire i lavori, a Palazzo Gambacorti, c’era anche il presidente dell’Anpi di Pisa, Bruno Possenti: “La cittadinanza onoraria è un riconoscimento che il Consiglio Comunale attribuisce a personalità che meritano la gratitudine di una intera comunità. Mussolini non ha meriti verso la città di Pisa, né verso l’Italia, né verso l’umanità. Quello di oggi è un atto politico di grande valore soprattutto in un momento in cui razzismo, xenofobia e apologia del ventennio sono presenti in maniera preoccupante nella nostra società. L’Anpi ringrazia il consigliere comunale Giovanni Garzella che ha portato questo provvedimento all’attenzione del Consiglio Comunale e quanti lo hanno sostenuto”.
La revoca della cittadinanza è passata coi voti favorevoli del sindaco Marco Filippeschi, del presidente del Consiglio Comunale, Ranieri Del Torto, e dei seguenti consiglieri: Giovanni Garzella ((“Pisa è”), Francesco Pierotti (Pd), Alessandra Mazziotti (Pd), Juri Dell’Omodarme (Art.1-Mdp), Veronica Fichi (Art.1-Mdp), Nicola Pisani (Pd), Lisa Cioncolini (Pd), Francesca Del Corso (Pd), Rita Mariotti (in lista per Pisa), Ferdinando De Negri (Pd), Simonetta Ghezzani (Si), Stefano Landucci (Possibile), Marco Ricci (Una Città in comune-Prc), Elisabetta Zuccaro (M5S). Contrari Filippo Bedini e Maurizio Nerini, entrambi di “Noi Adesso Pis@-Fdi-An”. Non hanno partecipato al voto Raffaele Latrofa (Pisa nel cuore), Riccardo Buscemi (Fi-Pdl) e Virginia Mancini (Fi-Pdl).
La proposta di revocare la cittadinanza, aveva spiegato il consigliere comunale Garzella, nasceva dal fatto che questa figura storica “oltre ad essere in contrasto con i principi di pace, uguaglianza e democrazia che oggi ispirano e guidano la comunità cittadina e la Costituzione italiana, è anche in contrasto con l’art. 3 dello Statuto del Comune di Pisa, dove sono richiamati i valori antifascisti espressi dalla Resistenza, senza poi dimenticare che il 5 settembre del 1938, proprio qui nella nostra città, più precisamente a San Rossore, vennero firmate le leggi razziali che vietavano agli ebrei di lavorare per gli enti pubblici, mentre i ragazzi dovevano andare in scuole separate”.
Visto che sono trascorsi diversi decenni, non sarebbe il caso di aprire una discussione a livello nazionale e decidere, una volta per tutte, come affrontare la questione in modo univoco? Molte città tra il 1923 e il 1924 conferirono la cittadinanza onoraria al Duce per festeggiare il primo anno della presa del potere da parte dei fascisti. Alcune l’hanno revocata, altre invece l’hanno lasciata. L’impressione è che si perda tempo, quando basterebbe una decisione del Parlamento per fare chiarezza. Ma forse sarebbe sufficiente un chiarimento a livello giuridico: la cittadinanza onoraria decade con la morte dell’interessato? Se sì – come dovrebbe essere – è facile intuire che ogni volta che si tira fuori l’argomento lo si fa per risollevare inutili polveroni.