Tra i garibaldini che più si misero in luce una volta tornati alla vita civile c’era anche un pisano, Angelo Luisi, che emigrò in Uruguay e si distinse come insegnante, giornalista e infine come funzionario di governo. Alcuni dei suoi figli diedero grande lustro al loro Paese, e ancora oggi sono ricordati con ammirazione. Paulina, prima donna medico dell’Uruguay, Clotilde, prima donna a esercitare come avvocato e Luisa, una delle più grandi poetesse.

Vi proponiamo, qui di seguito, l’articolo che ci ha mandato Geremia Mancini, presidente onorario dell’Associazione “Ambasciatori della fame”, che ha sede a Pescara.

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Tutto ebbe inizio con Angelo Luisi, nato a Pisa il 2 luglio del 1846 da Luca e Pellegrina Ferri. Angelo studiò all’Istituto “Santa Caterina”,  al “Regio Liceo Galileo Galilei” e infine alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Pisa. Nel 1870 si unì ai giovani volontari che seguirono Garibaldi in Francia. Combattè con coraggio la battaglia di Dijon. Poi decise di stabilirsi a Lione, dove conobbe e sposò Maria Teresa Giuseppina Janicka, figlia di polacchi esiliati in Francia. Nel 1872 emigrò in Uruguay dove, dopo aver sostato in diverse città, si stabilì a Paysandù, una cittadina situata nella parte orientale del Paese, al confine con l’Argentina, dove la comunità italiana rappresentava la maggioranza dei residenti. Si dedicò con passione all’insegnamento e al giornalismo. Nel 1880 fondò l’Istituto Luisi per maestre. Fu redattore de “Il Popolo” e de “Il Progresso”. Fondò l’associazione a scopo benefico “Unione e Benevolenza”. Ricoprì incarichi prestigiosi nei governi Herrera e Idiarte Borda. Traduttore di grande rilievo e perito di case e terreni su incarico governativo. Fu firma di rilievo dei giornale “La Prensa” e “La Nacion”. Quando morì lo ricordarono così: “Il lavoro di questo illustre italiano fu meritorio in alto grado, ponendosi con ragione compendiarlo in queste brevi parole: otto anni di professorato, cinque anni di giornalista e vent’anni di alto funzionario dello Stato”. Ebbe otto figli, sei femmine e due maschi, che seppero tutti distinguersi nella società uruguaiana. Ma tre di loro Paulina, Clotilde e Luisa seppero scrivere, ognuna nel loro campo, pagine di storia di quel paese.

Paulina Luisi nacque nel 1875 da Angelo Luisi e Maria Teresa Giuseppina Janicka. Fu apprezzata leader del movimento femminista e nel 1917 un suo articolo pubblicato sulla rivista “Accion Femenina” (ne era editore e direttore) rappresentò un rivoluzionario messaggio a favore delle donne. Anche a lei si deve il diritto di voto delle donne in Uruguay. Nel 1922 al “Pan-American Conference of Woman” fu nominata vice-presidente dello storico evento. Di lei si ricorda che fu il primo medico donna dell’Uruguay. Svolse, per conto del Governo, un importante ruolo in varie commissioni e delegazioni per la tutela dei bambini e dei giovani. Fu candidata nelle liste socialiste. A lei nel 1950 fu dedicato un francobollo commemorativo. Morì a Montevideo nel 1945.

Clotilde Luisi nacque a Paysandú il 24 luglio del 1882. Anche lei professò idee liberali e poi socialiste. Fu la prima donna a studiare presso la facoltà di Giurisprudenza e, in occasione della “Giornata Internazionale della Donna”, fu l’unico membro della delegazione uruguaiana al Primo Congresso Internazionale degli Studenti americani, tenutasi a Montevideo nel 1908. Nel 1911 si laureò diventando poi il primo avvocato donna dell’Uruguay. Insegnò per lunghi anni “Diritto romano” e “Storia del diritto”. Dal 1913 al 1918 fu rettore dell’università delle Donne. Poetessa e pedagoga, ebbe importanti ruoli diplomatici. Attivista femminista. Morì a Roma nel 1969.

Clotilde Luisi

Luisa Luisi nacque a Paysandú il 14 dicembre del 1883. Studiò nell’Istituto Normale femminile “María Stagnero de Munar” dove si diplomò nel 1903. Si dedicò all’insegnamento e fu anche professoressa di spagnolo e di recitazione teatrale presso la scuola dove lei stessa si era diplomata. Fu poi direttrice del Magistero di Montevideo e componente della “Asociación de Profesores de Primaria” di Rio de Janeiro. Nel 1916 ebbe l’onore di partecipare come delegata dell’Uruguay al “Congresso del Niño”. Pubblicò numerosi lavori pedagogici. Fu redattrice de “La Razón de Montevideo” e su questo giornale apparvero le sue prime poesie. Numerosi i suoi articoli dedicati ai diritti dei bambini. Fu anche apprezzata critica letteraria e teatrale. Accanto alla sua attività di educatrice e promotrice dei diritti per la difesa delle donne e dei bambini, Luisa coltivò anche la passione per la poesia. E sarà quest’ultima, la poesia, a regalarle un posto nella storia dell’Uruguay. Tra le tante si ricordano “Sentir”, “Educacion Artistica”; “Inquietud”, “Polvo de Dias” e “Poemas de la immovilidad” , “Ideas sobre Educacion” , “A la Victoria de Samotracia” e “Fué un viento de tragedia”. Luisa Luisi è sicuramente una delle figure più importanti della poesia uruguaiana ma anche validissima educatrice ed intellettuale. Luisa si battè per la giustizia sociale e promosse l’idea socialista sulla necessità di ridurre la forbice economica tra le classi sociali. Morì il 10 aprile del 1940 nella città di Santa Lucía.

Testo a cura di Geremia Mancini, presidente onorario dell’associazione “Ambasciatori della fame”.

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