L’Associazione degli Amici di Pisa e la Compagnia di Calci hanno commemorato l’importante vittoria riportata 702 anni fa dall’esercito pisano ai danni di quello fiorentino nella battaglia di Montecatini. Vi proponiamo la testimonianza del sodalizio pisano.
“Nel 1315 era Capitano del Popolo e Podestà di Pisa Uguccione della Faggiola, già Governatore di Genova come Vicario Imperiale: uno dei più valorosi condottieri ghibellini, molto temuto per il suo valore. Dopo varie e fortunate imprese fu nominato a Pisa Capitano Supremo di Guerra per dieci anni, riuscendo ad ottenere una pace separata con Lucca, nemica di Pisa, il 25 Aprile 1314.
Firenze, anch’essa ovviamente nemica dei Pisani, si allarmò di questa pace, che riponeva Pisa in primo piano in Toscana, ed in breve tempo riuscì a fare in modo che Lucca si ribellasse. Ciò indusse Uguccione della Faggiola ad occupare la città ribelle e molte altre città e territori guelfi, di fatto cadendo nel facile tranello di Firenze. Ciò bastò a scatenare la reazione dei gigliati e dei loro alleati guelfi che si organizzarono in una lega contrapposta a quella ghibellina. Ma Firenze fece male i suoi conti. Si arrivò dunque alla durissima battaglia nei pressi di Montecatini, il 29 agosto 1314.
Nonostante l’inferiorità numerica, i Pisani e gli alleati Ghibellini sbaragliarono l’esercito fiorentino, grazie al proprio valore, all’astuzia di Uguccione, ai Cavalieri tedeschi comandati da un cugino dell’Imperatore Enrico VII di Lussemburgo – morto due anni prima e tutt’ora sepolto nella Cattedrale di Pisa – e soprattutto ai famosi e micidiali Balestrieri della Repubblica Pisana. Molti fiorentini, in fuga disordinata inseguiti dai Pisani, morirono annegati nella palude di Fucecchio. Tra i celebri caduti pisani si annovera Francesco della Faggiola, figlio di Uguccione, che fu poi sepolto in un sarcofago nel Campo Santo Monumentale alfeo – dove tuttora riposa ed al quale la Pisanità ha reso omaggio il 29 Agosto- mentre ai cavalieri teutonici che combatterono al fianco dei pisani fu dedicata la chiesa di San Giorgio, detta “ai Tedeschi”, posta in via Santa Maria con l’annesso “Spedale”. Nella parte guelfa spiccavano tra i circa 10mila caduti, Carlo D’Angiò – nipote del Re Roberto D’Angiò – assieme allo zio -fratello minore di Filippo, a sua volta padre di Carlo- cioè Pietro D’Angiò detto il Tempesta.
La Battaglia di Montecatini segnò una strepitosa vittoria per Pisa, le truppe e la parte Ghibellina: Firenze dovette pagare cifre enormi per riscattare le migliaia di prigionieri e soprattutto per evitare di essere invasa e distrutta dai Pisani. Un errore tattico-militare che Pisa pagherà caro nel 1406: probabilmente l’enorme massacro provò Uguccione della Faggiola che si ritrovò a piangere la perdita del figlio Francesco. L’esercito ghibellino era ancora in forze tali da assediare e prendere Firenze per risolvere alla radice la questione della leadership della Toscana: ma ciò non fu fatto. O per errore tattico o per questione di soldi. Una decisione non presa creò e – crea tutt’ora – l’idea che la Storia d’Italia nel crepuscolo del Medioevo avrebbe potuto essere ribaltata ponendo gli attuali “pseudo vincitori” all’ignominia della Storia. Una sorta di sliding-doors ante-litteram”.
“Perciò – scrivono gli Amici di Pisa – vogliamo ricordare questo avvenimento soprattutto per mettere in evidenza come la Pisa del dopo-Meloria fosse ancora viva, vegeta e assai potente, quella del 1300: al contrario di molta vulgata popolareccia o quanto molti pessimisti o antipisani pensano, la stella rossocrociata brillava ancora intensamente nel cielo italiano ed europeo! Auspicando che divenga una prassi comune per questa ricorrenza, invitiamo pertanto cittadini e istituzioni ad esporre la bandiera pisana ogni anno il 29 agosto e di partecipare alle iniziative di ricordo promosse dall’Amministrazione comunale e dalle associazioni storiche e culturali.”