Matteo Leoni

Correva l’estate 2017. Code di auto chilometriche congestionavano le arterie autostradali italiane, migliaia di turisti
giapponesi provvisti di reflex costosissime si aggiravano per le strade dei nostri centri cittadini scattando foto spesso di dubbio gusto, e mandrie di turisti tedeschi dalla pelle candida con l’immancabile abbinamento sandalo-calzino sbarcavano nei nostri aeroporti. Nel frattempo, nelle sedi delle varie ASL dislocate sul territorio nazionale mamme e bambini facevano la fila per… vaccinarsi. Sembrerebbe il quadro tipico di un qualche paese del terzo mondo (con tutto il rispetto) turisticamente attraente, alle prese con una epidemia o che semplicemente sta sviluppando una politica preventiva, invece no. Siamo in Italia.

C’è però una differenza sostanziale tra quanto registriamo in un paese in via di sviluppo ed il caso della nostra penisola. Se nel paese in via di sviluppo le mamme fanno molto volentieri la fila e addirittura si sobbarcano giorni di cammino pur di vedere il proprio figlio vaccinato ed immunizzato, nel caso dell’Italia e di altri paesi europei non solo si nutrono dubbi sull’efficacia del vaccino stesso, ma si costruiscono articolati complotti sugli ingenti guadagni che la politica garantirebbe alle case farmaceutiche. Addirittura c’è chi parla della vaccinazione come metodo utilizzato per far ammalare i bambini! (l’immunizzazione, questa sconosciuta).
Mi correggo… Italia, Anno Domini 2017.

La piaga del pensiero antiscientifico negazionista che va dalle astrusità sulla terra piatta fino all’inefficacia delle cure
tradizionali ha trovato il bersaglio perfetto nei vaccini, ed è per questo che il ministro Lorenzin si è decisa proprio durante l’estate ad emanare un decreto legge che rendeva obbligatorio per l’accesso alla scuola dell’obbligo un certificato vaccinale che comprendesse dieci vaccini. Apriti cielo! Mamme “informate” inferocite ed opinionisti del web hanno iniziato la propria crociata contro l’obbligo vaccinale. Ma tant’è, ormai il decreto legge era attivo. Lo dico fin da subito, dove non funziona l’informazione occorre la coercizione.

Non voglio con questo articolo fare opera di debunking delle bufale che quotidianamente leggiamo sul tema. Parto dal
presupposto che nel 2017 se una persona vuole informarsi correttamente, lo fa. La scuola dell’obbligo garantisce gli strumenti logico-razionali per intuire quantomeno la plausibilità di una notizia. Se un soggetto legge su laveritàchelacastatinasconde.org che “Big Pharma ha firmato un patto con Sacra Corona Unita e la Troika con l’aiuto dei rettiliani, per far ammalare i bimbi di varicella” e ci crede, condivide sui social il tutto senza porsi domande, e’ inutile andare oltre in spiegazioni.

Vedete, l’accusa rivolta più spesso ai vaccini è quella della correlazione con l’autismo. Premesso che non è facile definire cosa sia effettivamente l’autismo, e che ancora una catalogazione dei disturbi dello spettro autistico è in divenire, quel che è certo è che non sono state riscontrate associazioni tra i sali di mercurio (Thimerosal), tra i principali imputati nei processi antivaccinali e autismo, i sali stessi sono stati sostituiti con altri eccipienti, ma lo stigma rimane. Non c’è causalità (e tra causa e correlazione in medicina ci corre quanto tra il giorno e la notte). E qui si va alla figura di Andrew Wakefield, il medico, che pubblicò un articolo nel 1998 in cui sosteneva l’associazione tra autismo e vaccino trivalente MPR. L’articolo si è poi rilevato una frode, Wakefield è stato radiato, la bufala è rimasta, anzi si è evoluta. Wakefield non è uno scienziato ostacolato dalle lobbies, Wakefield è un impostore le cui bugie hanno comportato un forte calo, tra il 1998 ed il 2011, prima in Gran Bretagna, poi in Europa, della copertura vaccinale del trivalente, con un altrettanto forte aumento dei casi di morbillo (che in Italia, tra il 2013 ed il 2015 hanno portato a 5000 casi accertati. Magurano et al., Virus research, may 2017).

E l’aumento dei casi di morbillo non è indolore, motivo per cui non ha senso la classica frase per cui “io il morbillo me lo sono fatto e non mi è successo niente”. Se è così sei stato fortunato. Al morbillo sono associate complicazioni che vanno dalla polmonite virale, fino ad infiammazioni del sistema nervoso centrale, la più grave delle quali è la panencefalite sclerosante subacuta. Sono registrati 3 morti ogni 1000 casi di morbillo. Queste persone purtroppo non possono raccontare come gli sia andata.

In tutto questo, la testardaggine nel non voler accettare come fatto comprovato l’utilità dei vaccini comporta un danno mortale per coloro che purtroppo non possono vaccinarsi; neonati, bambini o adulti con malattie del sistema immunitario, a cui la cosiddetta “immunità di gregge” aiuterebbe nel prevenire il contagio da parte di altre persone e portatori sani. Per farla breve persone che vorrebbero vaccinarsi ma non possono, sono condannate da persone che potrebbero vaccinarsi ma non vogliono. E’ anche una questione di egoismo, questo sì. In tutto questo il vero guadagno per le case farmaceutiche viene garantito nel momento in cui un paziente si rivolge ad un ospedale per una malattia che poteva essere prevenuta con una semplice vaccinazione.

Vi porto un esempio, descritto da un articolo pubblicato dalla rivista scientifica Klin Padiatric, nel 2014 (Donas A. et al. “Measles epidemic in a highly developed country: low mortality, high morbidity and extensive costs”). Si riporta lo scoppio di un’epidemia di morbillo in Svizzera (dove la copertura vaccinale era caduta al di sotto del 65%) tra
il 2006 ed il 2009. Nello specifico vennero registrati 1041 casi, di cui oltre 700 erano soggetti in età pediatrica. Circa 60 di questi subirono un ricovero ospedaliero il cui costo medio è stato di circa 16000 euro a testa. 16000X60 fa 960,000 euro. Una dose di vaccino MPR costa intorno ai 9,8 euro. Con la stessa cifra potevano essere comprate oltre 97,000 dosi di vaccino MPR, a voi i giudizi…

Proprio per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della copertura vaccinale e per fugare i dubbi dei medici,
l’Ospedale Sant’Orsola di Bologna ha deciso di istituire un centro di informazione e divulgazione a partire da gennaio, in cui esperti del settore chiariranno dubbi e preoccupazioni (anche legittime) dei genitori. Si tratta di un’iniziativa importante, volta ad avvicinare medici e scienziati a persone comuni che vogliano saperne di più.

Altrettanto importanti sono le parole riportate da Repubblica del direttore del reparto di malattie infettive del nosocomio bolognese, Sergio Viale, che asserisce come l’accesso all’ambulatorio specialistico verrà effettuato su segnalazione del pediatra e sarà rivolto in particolar modo ad adulti e bambini nei quali la vaccinazione “deve essere attentamente ponderata”. In attesa di conoscere i risultati dell’iniziativa, il progetto pare essere di quelli importanti, e a questo punto, vista la marea montante di false notizie che ormai inondano il web facendo affogare i più sprovveduti, è probabilmente da emulare. Informare fino allo stremo è l’ultima istanza prima di essere costretti all’uso della legge a tutela della salute pubblica. Che sia la strada da percorrere anche a Cisanello?

Matteo Leoni

Per saperne di più
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2017/12/01/news/vaccini_al_sant_orsola_di_bologna_un_centro_contro_le_fake_news-182637224/?refresh_ce

http://www.regioni.it/dalleregioni/2017/12/01/emilia-romagna-sanita-vaccini-nasce-un-servizio-ambulatoriale-ad-alta-specializzazione-per-gestire-la-profilassi-in-modo-consapevole-e-sicuro-anche-in-presenza-di-problematiche-complesse-a-vale-542068/

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