Il presidente della Fondazione Palazzo Blu, Cosimo Bracci Torsi, non ha dubbi: “La città è cambiata – dice al Tirreno -. E tutto sommato si è evoluta. Sono stati compiuti tanti interventi, molti dei quali utili, ma si è proceduto un poco “a spot”. L’impressione infatti è che manchi un progetto generale che risponda alla domanda: dove vuole andare Pisa?”. La riflessione parte da una premessa molto importante: “Molti problemi non dipendono solo dai pisani e dall’amministrazione locale, ma dal quadro regionale o nazionale. Eppure qualcosa si dovrà fare”.

Quella che manca è una visione politica d’insieme, che faccia sintesi di realtà distanti pochi km l’una dall’altra e che, quotidianamente, si interfacciano con la nostra città. “Questa è una città di pendolarismo fortissimo – prosegue Bracci Torsi – attratto dai grandi servizi, a cominciare dalle università e dalle strutture ospedaliere. Il complesso dei trasporti però non facilita integrazione e fruizione. Non esiste un sistema di collegamento ferroviario coordinato Pisa-Lucca-Livorno, comprendendo anche centri importanti come Viareggio e Pontedera. E non ci sono trasferimenti veloci Pisa-Firenze-Prato. Questi sono i due veri poli della Toscana. A sud dell’Arno almeno abbiamo la ferrovia, che pure dovrebbe essere migliorata. A nord è peggio. L’essere oggetto di pendolarismo spinto è condizionante per Pisa”.

E arriviamo subito al cuore del problema, la Regione, che “preferisce fare un altro aeroporto a Firenze piuttosto che migliorare le comunicazioni ferroviarie in generale e tra capoluogo e costa”.

Tra poco a Pisa si voterà per scegliere il nuovo sindaco ma il problema è “il Comune di Pisa non è più l’ente che da solo può risolvere i problemi dell’intera area pisana”. Dunque, che fare? “Facciano un comune unico – suggerisce Bracci Torsi – o un altro ente che preferiscono, ma lo facciano. I pisani stanno anche a Cascina, San Giuliano, Calci“.

Un’idea che guarda al futuro, tenendo conto anche di ciò che è cambiato rispetto al passato: “Prima intorno a Pisa c’era la campagna che connotava le differenze. Oggi c’è una continuità urbana, ma la famosa tangenziale di nord-est si
progetta solo a tratti. È sempre più necessaria dunque una razionalità di gestione complessiva dell’area”.

Mettersi insieme per fare rete, essere più forti (economicamente ma anche politicamente) e garantire servizi più efficienti a cittadini e imprese. Una sfida (da cogliere) per il futuro.

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