Difficile credere che qualcuno possa andare all’Orto botanico portandosi via fiori e piante. Eppure succede. Gli ultimi episodi, come si legge su La Nazione, si sono verificati nei giorni scorsi. Una ragazza pare che avesse in mano tre narcisi di tre specie diverse, e quando l’hanno sorpresa ha risposto in questo modo: “Mi servono per studiare, studio botanica”.
Di furbastri che portano via qualcosa dall’Orto botanico purtroppo ce ne sono diversi. Il curatore dell’Orto, Giuseppe Pistolesi, sottolinea che “manca la cultura, l’educazione, la civiltà”. Noi ci sentiamo di aggiungere che, forse, mancano anche i controlli. Certo, non è facile dotare il giardino di diverse persone che vigilano, ma si potrebbe pensare ad un sistema di videosorveglianza interno. Pistolesi però ha ragione su un punto, serve soprattutto la cultura. Rendersi conto che un patrimonio come l’Orto botanico va amato, protetto e coccolato come un bene prezioso. Cosa che per qualcuno evidentemente non è, visto che si segnala almeno un danneggiamento al mese, anche su specie rare.
I cartelli che invitano al rispetto non servono di fronte all’inciviltà e alla stupidità delle persone. Le telecamere non ci sono e il personale è troppo poco per vigilare. Così è fin troppo facile, per gli imbecilli, averla vinta.
Bisogna correre ai ripari. Come? Servono controlli costanti, magari coinvolgendo qualche associazione di volontariato. Facciamo un esempio. A Milano, ma anche in altre città, il Touring Club garantisce l’apertura (quindi vigilanza e accoglienza) di diversi luoghi di particolare pregio, tra chiese, musei, palazzi storici ed aree archeologiche. L’iniziativa si chiama “Aperti per voi“. Pisa è molto più piccola di Milano, però volete che non ci siano dieci-quindici persone anziane, ma ancora in ottima forma e volenterose, che si possano mettere a disposizione per garantire un minimo di sorveglianza, di concerto con chi gestisce l’Orto botanico? Una soluzione, come si vede, a costo zero, o quasi. Posto che si faccia un progetto per coinvolgere una o più associazioni cittadine.
Il controllo ovviamente serve anche (o soprattutto) all’ingresso, per far lasciare borse e zaini ai visitatori, evitando che all’interno vi possano nascondere fiori o piante. E basta coi cani lasciati liberi, come se fosse un giardino qualunque, o i bambini che scorrazzano senza che nessuno dica loro come ci si deve comportare. Giocare va bene, ma ci vuole assoluto rispetto, e soprattutto amore, per le piante ed i fiori. Perché non coinvolgere le scuole in questo progetto educativo, insegnando ai ragazzi ad amare l’Orto botanico e a difenderlo una volta che saranno grandi?
– Il sito dell’Orto botanico di Pisa
Foto: www.ortobotanicoitalia.it/toscana/pisa/
E’ tutta una questione di eduzione.
Abbiamo la fortuna di avere in città un orto botanico che è un gioiello ma questa gentaglia lo utilizza come fosse un parco pubblico dove il verde è di esclusivo godimento dei quadripedi di tutte le taglie.
Educazione ci vuole. Benvenga la sorveglianza ma a scuola dovrebbero reinserire l’ora di Educazione Civica.
E quella non si impara su Facebook.