Ha iniziato a lavorare nel turismo come garzone e, dopo tanti sacrifici, è diventato imprenditore, dando lavoro a numerose famiglie. Negli anni Antonio Veronese ha ricoperto diversi incarichi a livello associativo: presidente di Assoturismo e Confesercenti, vice-presidente della Camera di Commercio e Comandante Generale del Gioco del Ponte, nonché console del Touring Club di Pisa. Ora ha deciso di mettere la propria esperienza al servizio della città, candidandosi come sindaco. Ha fondato il Patto Civico, riunendo intorno a sé una squadra di professionisti e attivisti che conoscono i problemi della città e ritengono di avere le soluzioni efficaci per affrontarli. Lo abbiamo intervistato in vista delle prossime elezioni del 10 Giugno. 

Eccetto il suo e quello di altre due-tre persone a due mesi dal voto non ci sono ancora i nomi dei candidati a sindaco. Che sta succedendo?

Come al solito la politica guarda prima a risolvere le lotte di potere interne e solo successivamente formula proposte. questo potrebbe anche essere un esercizio sano e democratico entro un certo limite, ma ora comincia ad essere veramente grottesco.

Lei si presenta come candidato “civico”. Vuole correre da solo, per forza, o accetterebbe il sostegno dei partiti maggiori? Nessuna eccezione?

Il Patto Civico sostiene la candidatura a sindaco di Antonio Veronese. Se qualcuno vuole sostenere Veronese sindaco noi siamo aperti, certo non avverrà il contrario.

La sua corsa è partita l’estate del 2017. Che città ha trovato in questi mesi?

Questi ultimi mesi sono il capitolo finale di una storia che dura da almeno dieci anni. Ci sono problemi contingenti e pratici, come la crisi dei furti o la situazione dei rifiuti sul litorale, ma il vero punto della questione è la totale mancanza di una prospettiva per la città. Sono anni che Pisa naviga a vista, senza una idea di futuro e senza una pianificazione che permetta di sfruttare le potenzialità fuori dal comune della città.

Qual è la prima cosa che farebbe una volta eletto sindaco?

Se devo pensare a qualcosa da poter mettere in pratica immediatamente, direi questa: evocare l’ordinanza che obbliga i bus ad arrivare al People Mover e rimettere gli stalli gratuiti in lungarno Guadalongo, per dare un segnale a imprese, commercio e professionisti: il Comune non è più un nemico e un esattore, ma un alleato insieme al quale costruire la Pisa di domani.

Il tema sicurezza è davvero la priorità o è solo una percezione un po’ gonfiata-artefatta, visti i dati diffusi dalla polizia? (numeri di reato in calo)

Io personalmente ho subito due furti nella mia attività giusto nell’ultimo mese, credo che si debba essere prudenti e rispettosi delle vittime prima di parlare di miglioramenti nella gestione della sicurezza. Onestamente credo la sicurezza oggi sia uno dei problemi più gravi che affliggono la cittadinanza, ma non possiamo impostare un piano di governo solo su questo. La situazione della sicurezza è frutto di alcuni decenni di totale mancanza di azione di contrasto da parte delle giunte che si sono susseguite in comune. Cominciando a lavorare con determinazione e metodo riporteremo Pisa a livelli di criminalità da città di provincia e non da metropoli quali sono quelli attuali.
Detto questo, quello che mi preme è rendere Pisa una città a misura di impresa, di commercio, di professionisti, sono questi gli attori che creano benessere e in ultima istanza fanno da diga al degrado.

Questione stadio. Qual è la sua posizione?

Lo stadio deve diventare un’occasione di sviluppo economico per la città. La forza dei grandi club europei è quella di avere strutture che generino utili anche quando non si giocano le partite: questa dovrà essere la filosofia dell’Arena che verrà. Penso che una squadra che sia messa in condizioni di competere in termini di asset economici, nel giro di pochi anni è destinata a competere anche da un punto di vista sportivo. Uno stadio che sia attrazione di investimenti, di commercio e di flussi di persone non può che essere una risorsa per la città, per diventarlo non può essere costruito lontano dal centro, in zone prive di passaggio.

Per anni si è parlato di Area vasta. È ancora un tema d’attualità? In che senso?

L’Area vasta sarebbe una dimensione veramente utile da sviluppare per mettere la nostra città in grado di competere con la realtà fiorentina, che attualmente in Toscana assorbe tutto: investimenti, trasporti, e progetti di sviluppo. Personalmente resto fuori dal gioco delle parti della politica, e mi rendo disponibile a dialogare con i sindaci di Livorno e Lucca, da qui ai prossimi anni, prescindendo totalmente dal colore della loro casacca.

I pisani sono molto sensibili alle loro eccellenze: ospedale, università e, non da ultimo, l’aeroporto. Che fare per difendere il Galilei dalle mire dei fiorentini?

Vorrei premettere che questa è una tematica fondamentale per il futuro di migliaia di cittadini, perché l’aeroporto può significare ossigeno per imprese, commercio, turismo e attrazione degli investimenti sul territorio. Il Galilei deve essere difeso su due fronti: quello cittadino e quello regionale. Il fronte cittadino riguarda i bus dirottati sul People mover, una forzatura strampalata, che danneggia una azienda sana in favore di un progetto nato male dal principio. Il fronte regionale invece passa dal prendere una posizione ferma nello stabilire le competenze dei due scali regionali: Peretola come city airport e Pisa come hub low cost e scalo merci. Questa posizione non la potranno mai prendere i partiti tradizionali, che qualche tempo fa hanno manifestato insieme a favore del prolungamento della pista di Peretola, dal momento che sia destra, che sinistra, hanno la sede regionale e la maggior parte degli interessi a Firenze e le sedi pisane non avranno mai la possibilità di garantire un vero contrasto alla prepotenza fiorentina.

Facciamo un gioco. Ha la possibilità di tornare indietro nel tempo e correggere un errore fatto a Pisa nel passato. Cosa fa?

Vorrei ricucire lo strappo insanabile che si è creato tra Comune e persone che lavorano. Oggi Pisa è una città nemica delle imprese e dei professionisti. Il Comune di Pisa si è sempre posto dalla parte dei burocrati, delle multe per ripianare i bilanci, delle tasse e della desertificazione della città. Avrei voluto un Comune alleato della libera iniziativa, rispettoso di chi lavora nelle imprese, proattivo nel costruire un futuro florido per il commercio: forse se questa fosse stata la linea seguita dal comune di Pisa negli ultimi venti anni oggi non sentirei il bisogno di esprimere una alternativa.

Le offriamo la possibilità di lanciare un appello attraverso L’Arno.it. Dica pure ciò che vuole…

Una cosa che mi appassiona: siamo una città all’avanguardia nella ricerca tecnologica, pensiamo alla mano bionica sviluppata a Pisa, eppure la città non partecipa a tutto questo. Vorrei recuperare le strutture della Mattonaia e allestirvi un centro di divulgazione, dove i cittadini possano prendere contatto con la ricerca sviluppata in città. Pensate che bello sarebbe, specialmente per sviluppare la cultura scientifica dei più giovani e per attrarre nuovi visitatori e turisti in città.

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