Il Movimento 5 Stelle si affida all’avvocato Gabriele Amore per tentare la scalata a Palazzo Gambacorti. Vi proponiamo l’intervista che gli abbiamo fatto.

Quando e perché ha deciso di candidarsi come sindaco di Pisa?
Ho deciso per dedizione di candidarmi, mi è stato chiesto alcuni mesi fa ma non avevo questa ambizione. Sono convinto che la città debba tornare ai pisani, che siano loro a determinarne le sorti.

Aveva mai fatto politica prima?
No, mai.

Il Movimento 5 Stelle ha faticato un po’ a far uscire il suo nome e c’è stata anche una divisione con un meet-up che proponeva un altro candidato. Che è successo? 
Il Movimento, proprio perché è un movimento e non un partito, è formato da molte persone con idee diverse, proprio questa è la nostra forza. Semplicemente due gruppi di lavoro che hanno espresso delle sensibilità, chi con più o meno vigore, ma poi di comune accordo è stata fatta una scelta, unanime

Ufficializzato il suo nome, tra i candidati, qualcuno ha ricordato subito che è nato a Livorno. Come risponde a questo attacco di campanilismo?
Più che un attacco fa parte della goliardia che ci unisce a Livorno, senza cattiveria ma con divertimento e prese di giro. È un aspetto che non ha nessuna rilevanza considerato che di livornese ho solo il luogo di nascita, ma sono e mi sento 100% pisano.

Qual è il suo giudizio sulle due legislature del sindaco Filippeschi?
I risultati di questi anni non sono certo io a dover commentare, è una situazione palese, sotto gli occhi di tutti, una città lasciata andare alla deriva, al degrado e sporcizia. La sicurezza poi…

Mi dice la prima cosa che vorrebbe fare se fosse eletto sindaco?
Ridare fiducia nei cittadini sulla loro città, ridargli la serenità nel poterla vivere a tutto tondo.

Il tema sicurezza secondo alcuni è la priorità. Lei è d’accordo? Quali sono le altre emergenze?
La sicurezza fa certamente parte delle priorità, poi il degrado la sporcizia.

Questione stadio. Qual è la sua posizione?
Recupero dell’Arena Garibaldi, con un intervento complessivo che risolva le criticità di Via Ugo Rindi e del quartiere in generale con l’intervento del privato

Per anni si è parlato di Area Vasta. È ancora un tema d’attualità?
Io non parlerei di attualità o meno, perche mi sa tanto di inseguire la moda del momento. Si è iniziato a parlare di Area vasta quando dovevamo cambiare qualcosa: il piccolo in grande. Adesso si ritorna al piccolo. Io affronterei la questione dal punto di vista di ottimizzazione del servizio e cioè se l’aumento delle dimensioni consente una maggiore forza di interlocuzione e un maggiore peso contrattuale va bene, però starei attento a non perdere la qualità dell’intervento. Mantenere il tutto nelle giuste dimensioni, nei confini in cui è possibile gestire la cosa senza perdere gli obbiettivi principali. Insomma, bisogna valutare caso per caso.

I pisani sono molto sensibili alle loro eccellenze: ospedale, università e, non da ultimo, l’aeroporto. Che fare per difendere il Galilei dalle mire dei fiorentini?
Per quanto mi riguarda farei le barricate: se metti insieme due realtà perché una zoppica e l’altra va bene rischi di azzoppare entrambe. Non capisco perché siamo stati bravi per anni nel far crescere e gestire le nostre eccellenze e adesso ci chiedono di venderle di condividerle. Non vedo altro intento che gli interessi.

Come si comporterebbe in caso di ballottaggio qualora lei non fosse tra i primi due in lizza per la poltrona di sindaco?
Non è il nostro caso, andiamo noi al ballottaggio.

Facciamo un gioco. Ha la possibilità di tornare indietro nel tempo e correggere un errore che è stato fatto a Pisa in passato. Cosa fa?
Metterei in guardia i pisani dal mettere al governo della città questa giunta, porterei nel passato alcune cartoline di Pisa nel futuro, la foto di chi frequenta i dintorni della stazione ad esempio…

Le offriamo la possibilità di lanciare un appello attraverso L’Arno.it. Dica pure ciò che vuole…
Pisani, rimbocchiamoci le maniche e riprendiamoci la nostra città, ciascuno di noi può essere sindaco.

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