Ha destato molto scalpore il video in cui si vede un carabiniere colpito da un extracomunitario con un pugno, durante un’operazione in cui le forze dell’ordine stavano sequestrando delle merci contraffatte. Il grave episodio è avvenuto a due passi da piazza del Duomo. Comprensibile lo sdegno, un po’ meno la strumentalizzazione politica. L’illegalità esiste e va combattuta. Il carabiniere ferito, a cui va la nostra piena solidarietà e vicinanza, è il simbolo dello Stato che lotta contro l’illegalità. Servono più risorse per farlo in modo efficace, così come occorrono maggiori controlli e la tanto sbandierata (e mai davvero raggiunta) certezza della pena per chi viene condannato. Ma cavalcare lo sdegno per quelle immagini di violenza a che serve se non a raccogliere qualche voto in più?
Ognuno fa campagna elettorale come gli pare, ci mancherebbe, però chi ha responsabilità di governo deve in primo luogo agire in modo netto affinché simili episodi vengano sanzionati (com’è giusto che sia) e che il nostro Paese contrasti fino in fondo la criminalità e l’illegalità. Tutta, anche quella che dà meno nell’occhio, che non aggredisce i carabinieri con un pugno ma inquina e violenta l’economia, strozza gli imprenditori, deturpa la nostra terra, sfrutta il lavoro nei campi a livelli da schiavitù. L’illegalità va contrastata dalla A alla Z, con la massima determinazione e durezza, non con i tweet e i video postati su Facebook, con commenti che possono andare bene in campagna elettorale, ma che se vengono fatti da chi in questo momento è al governo, lasciano il tempo che trovano. Chi è al governo ha il dovere di fare le cose che servono al Paese e affrontare le emergenze, indicando tempi e modalità di realizzazione degli interventi. Tutto il resto è propaganda e demagogia: e questo vale per la sinistra, la destra, il centro, l’alto e il basso. Vale per tutti.
Guarda il video dell’aggressione al carabiniere
Fatta questa premessa, vorrei soffermarmi su un’altra notizia di cronaca che ha destato, purtroppo, un’eco minore rispetto all’aggressione subita dal carabiniere. Mi riferisco all’operazione con cui la Guardia di Finanza di Pisa ha sgominato, nel pieno centro della città (a poca distanza da piazza dei Cavalieri), un laboratorio dove si producevano occhiali da sole contraffatti, destinati al mercato cittadino. Le Fiamme gialle hanno trovato oltre 6mila paia di occhiali e più di 27mila etichette, con i marchi più famosi e gettonati (Dior, Gucci, Prada, Ferrari e molti altri). Nel laboratorio c’era tutto il necessario per trasformare normalissimi occhiali in prodotti di marca perfettamente taroccati (persino con i segni sulle lenti), pronti per essere venduti dai cosiddetti “vu’ cumprà”.
In quel laboratorio illegale, posto in un elegante palazzo del centro, gli uomini della Finanza hanno trovato anche una botola, nascosta da un tappeto, che serviva ad occultare la merce contraffatta, pronta per essere smistata sul territorio pisano. Il responsabile di questa attività illecita è stato identificato e denunciato. Evidentemente le leggi dello Stato non permettono di rinchiudere subito in carcere (e forse neanche dopo, quando la condanna sarà definitiva) chi compie azioni simili, con attività che inquinano la società, danneggiano le imprese e i commercianti, e finiscono con l’alimentare il fenomeno esecrato dei venditori abusivi, che è solo la punta dell’iceberg di un problema più vasto. Dimenticavo, chi acquista merce contraffatta può essere punito in modo molto duro dalle forze dell’ordine, se colto sul fatto. I controlli purtroppo sono limitati e non possono arrivare ovunque. Così molti “onesti” cittadini italiani, coi loro acquisti, finiscono con l’alimentare le mafie che controllano la produzione dei prodotti taroccati, e lo sfruttamento dei disgraziati che li vanno a vendere sulle nostre spiagge e lungo le strade delle nostre città. Anche questo è un problema serio da affrontare. Coltivando giorno dopo giorno la cultura della legalità, a partire dalle piccole cose.
Foto: Guardia di Finanza