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Una bellissima festa per tutti i pisani (e non solo)

- Cultura
18 Giugno 2018

“Era meglio l’anno scorso”. “No, tre anni fa…”.  Qualcuno invece ha sentenziato: “La migliore fu quella straordinaria organizzata in onore di Papa Giovanni Paolo II” (settembre 1989, ndr). La Luminara, come la vita, non accontenta mai tutti allo stesso modo. C’è sempre chi protesta, dimenticando che, come tutte le “cose umane”, il giudizio è sempre opinabile e non esiste mai la perfezione.

Io quest’anno ho notato alcuni vuoti, purtroppo, e molti lumini rimasti spenti, nonostante lo sforzo profuso dagli organizzatori. Erano troppo pochi gli addetti all’accensione? Hanno iniziato troppo tardi o c’è stato qualche problema logistico? Qualcuno ha insinuato: venivano da fuori. Mi sembrano recriminazioni che lasciano il tempo che trovano. Se ci basassimo solo sui pisani altro che buchi neri, chissà come verrebbero male le Luminare. Sono molte, infatti, le case non più abitate e i palazzi la cui “accensione” grava sul Comune.

Ho molto apprezzato il rispetto, dai parte dei venditori ambulanti di dolciumi e cibarie, dell’ordinanza che vietava di utilizzare luci sfavillanti al neon, veri e propri “riflettori” in grado di rovinare l’atmosfera della festa. Solo pochi hanno fatto i furbi. I Vigili urbani purtroppo non sono mai abbastanza per controllare che tutto fili come si deve: servirebbe un controllo sociale da parte dei pisani che hanno a cuore la loro città. La festa non si deve profanare con le luci al neon, le lampadine spara raggi fotonici, e il “tunz-tunz” della musica sparata dalle casse. Se non si riesce a evitarlo meglio eliminare del tutto i banchetti dai lungarni, collocandoli in un’area separata, per non rovinare quella magica atmosfera che si respira, da secoli, la vigilia del santo patrono.

I fuochi di artificio non li ho visti. Mi interessava la Luminara, unica nel suo genere, perché unico è lo scenario in cui si svolge. Qualcuno li ha criticati, altri hanno detto che erano troppo “lunghi” e, quindi, con un ritmo poco intenso. Anche qui, come sopra, il giudizio è soggettivo. Sicuramente si può fare meglio… ma se anche facessimo dei fuochi stile Las Vegas, sarebbe questa la cosa più importante della festa di San Ranieri? Io credo di no.

Se ripenso alle cose buone che ho assaporato (la zuppa pisana e la pappa al pomodoro alle Vettovaglie, il cono alla gelateria De’ Coltelli), agli amici che ho rivisto dopo mesi, alle persone dai volti felici che ho incontrato nelle vie e nelle strade della città, il pensiero che mi viene in mente è uno, e uno solo: grazie Pisa! W la Luminara, W San Ranieri!

P.S. Ho provato anche il PisaMover, lasciando la mia auto in uno dei parcheggi scambiatori. Comodissimo. Magari raggiungesse anche il centro, oltre che la stazione!

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Giornalista.

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