Quando ha calcato per la prima volta i campi della Serie A aveva già trent’anni. Oggi Davide Moscardelli ne ha 38 ma continua a segnare e a far sognare i suoi tifosi. Giocatore molto fisico, ma dal tocco felpato, ha fatto girare la testa a molti avversari, realizzando, nella sua lunga carriera, la bellezza di 149 gol.
Nato in Belgio, a Mons (suo padre, ufficiale dell’Aeronautica, vi fu mandato in servizio e si portò la famiglia), mentre alcuni suoi coetanei già calcavano campi blasonati lui a venti anni militava nella Maccarese, in Promozione. Giocando al mattino al pomeriggio poteva andarsi a vedere la Roma, in Curva sud. Passato al Guidonia, l’anno dopo guadagna la serie D, cominciando a segnare con regolarità, al punto che la Sangiovannese (C2) lo nota e lo porta a casa. Continua a fare bene e passa alla Triestina, in serie B. Sembra una carriera in ascesa, ma alla fine resta parecchi anni nella cadetteria (oltre alla Triestina gioca a Rimini, Cesena e Piacenza), prima di approdare nella massima serie, con la maglia del Chievo, a 30 anni.
Rifiuta un contratto d’oro con il Rubin Kazan, oltre 1 milione a stagione, ma non si pente. Continua a giocare, segnare e a divertirsi, sia in campo che fuori. Più di una volta in passato ha detto: “Vado avanti finché mi diverto”.
Famoso per la sua folta barba, ha smesso di tagliarla il 2 febbraio 2013, quando giocava nel Bologna. Il “Mosca” ha resistito a due promesse, la prima coi rossblu (“la taglio se andiamo in Europa League”), l’altra con il Lecce (“la taglio se veniamo promossi in B”). Alla fine, dopo l’ennesima promessa, questa volta all’Arezzo (“la taglio se conquistiamo la B”), ha alzato le mani: “Non so se Mattia, il mio figlio più piccolo, avrà paura visto che non mi ha mai visto senza barba”.
Un ex grande difensore, Billy Costacurta, si espresse in questo modo parlando di Moscardelli: “In quanto a bellezza dei gol che realizza, Moscardelli non ha nulla da invidiare a Maradona o a Messi”. Lui, che nonostante una straordinaria carriera è rimasto umile, si imbarazza per il paragone. “C’è chi crede che sia una cosa inventata, ma Costacurta le ha fatte davvero quelle dichiarazioni. Ovviamente con le dovute proporzioni visti i mostri sacri che ha tirato in ballo”.
Del proprio ruolo Davide qualche tempo fa parlò in questo modo: “Quello che serve lo faccio. Se fai il centravanti tocchi meno palloni ma segni di più, mentre se stai qualche metro più indietro hai maggiore possibilità di lavorare il pallone, puntando l’uomo, creando la superiorità numerica e aiutando così la squadra. La giocata bella da vedere mi piace farla, non lo nego, ma sempre al servizio del gruppo”.
Non sappiamo come sarà l’avventura di Moscardelli in nerazzurro. Di certo i tifosi sono già pazzi di lui. Non solo per le sue qualità sportive e i gol che ha dimostrato di saper fare. Sono felici soprattutto per le sue straordinarie qualità umane, che ha dimostrato, non da ultimo, lo scorso gennaio, quando rifiutò un trasferimento (proprio al Pisa) perché non voleva abbandonare la sua squadra, l’Arezzo, sprofondata in una gravissima crisi societaria.