Chi visita Pisa non ha che l’imbarazzo della scelta. Tra monumenti unici al mondo e lungarni mozzafiato, c’è molto da vedere e non ci scorderemo mai di dire – a chi ci chiede un consiglio – di farsi un bel regalo: spingersi oltre la Torre, perché la città merita.

Di recente una giovane coppia italiana residente da qualche anno alle isole Canarie mi ha chiesto qualche consiglio visto che, dovendo ripartire dall’aeroporto di Pisa, per far ritorno a casa, approfitteranno per farsi un giretto in città. Anche a loro ho detto di non limitarsi a vedere Piazza dei Miracoli e ho buttato giù una piccola lista di cose imperdibili. Per la fretta me ne sono dimenticata una. Ma, con sorpresa, sono stati loro a ricordarmela: “Ci piacerebbe vedere anche il murale di Keith Haring”. Imperdonabile la mia dimenticanza. Ho detto loro che fanno bene, che è bellissimo e merita di essere ammirato e fotografato.

Questa premessa per ricordare che a Pisa ci sono tante cose da vedere anche per chi ama la “street art”, la cosiddetta “arte di strada“.  Ventotto opere, sei spazi murari cittadini, 17 artisti internazionali: un vero e proprio percorso artistico alternativo, per i turisti ma anche per i pisani. Ce ne parla in modo approfondito #pisastreetart, un bellissimo catalogo (edito da Ets), a cura di Roberto Pasqualetti e Gian Guido Maria Grassi.

Oltre a quella stupenda di Keith Haring nella nostra città ci sono molte altre opere da scoprire a apprezzare:  Ozmo, Tellas, Aris, Alberonero, solo per citare alcuni artisti. Ed è bello vedere dove si trovano, in zone che spesso non rientrano negli itinerari turistici.

“L’obiettivo fondamentale che ci siamo posti con questa pubblicazione – spiegano gli autori – è quello di catalogare le opere murali realizzate a Pisa dal 1989 a oggi. Queste opere costituiscono un patrimonio di arte pubblica cospicuo e prezioso, ma spesso ancora sconosciuto anche agli addetti ai lavori. Una volta catalogato, pensiamo, sarà più agevole consultarlo, valorizzarlo e, soprattutto, tutelarne la conservazione nel tempo. La schedatura è stata collegata, attraverso codici di riferimento, ad una mappa che abbiamo messo in appendice, per la visita guidata alle opere”.

 

 

 

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