Paragonato a quanto accaduto a Genova è niente. Da un lato ci sono decine di morti, un viadotto crollato, danni enormi e un buco nella circolazione stradale da e per la Francia, dall’altro solo tanto spavento e rabbia. Tanta rabbia. Perché quel cartello stradale crollato sulla Fi-Pi-Li è un segnale inquietante di come vanno le cose in Italia: troppa approssimazione e molta sciatteria, pochi controlli e una cura dei particolari che lascia a desiderare. Il cartello, infatti, non è caduto per il terremoto né per un vento eccezionalmente forte: niente di tutto questo.

Erano le 15 di mercoledì 22 agosto quando quel cartello è venuto giù a Cascina, vicino alla biforcazione per Livorno e Firenze, sulla carreggiata nord della superstrada, che conduce verso Firenze. Pioveva, c’erano lampi e si era alzato un vento forte. Di certo non era un tornado, secondo gli esperti soffiava a circa 80 km/h. Impossibile, dunque, che il cartello sia crollato per questo motivo. Colpito da un fulmine o urtato da un mezzo pesante? Sono solo ipotesi.

Si è sfiorata la tragedia. Fortunatamente il cartello non ha colpito alcuna auto e chi si trovava a passare in quel preciso momento è riuscito a frenare in tempo evitando l’impatto.

Ma chi doveva controllare? Chi è responsabile su quella strada, costruita per i Mondiali di Italia ’90? La Strada di Grande Comunicazione (SGC) Firenze-Pisa-Livorno non è rientrata sotto le strade di interesse nazionale (Dpcm 21/2/2000) pertanto l’Anas l’ha trasferita alla Regione Toscana. Con una convenzione del marzo 2002 la Regione e le Province di Firenze, Pisa e Livorno hanno deciso di affidarne la manutenzione (ordinaria e straordinaria) alla Provincia di Firenze (successivamente alla Città Metropolitana di Firenze). Questa ha affidato l’appalto ad un’associazione di imprese, con la ditta Avr capofila. Quest’ultima ha subito disposto di rimuovere dalla strada tutti i venti cartelli simili a quello caduto. Una decisione giusta e doverosa. Ci auguriamo che altri controlli vengano svolti, al più presto, non solo sui cartelli ma su tutta l’infrastruttura. Su questa e su tutte le strade che percorriamo ogni giorno. Tragedie come quella di Genova (e molto in piccolo quella sfiorata di Cascina) non devono più accadere.

Qualcuno dirà: ma la superstrada non si paga. Sbagliato. la paghiamo tutti, ogni giorno, con le accise sulla benzina, il bollo auto, tasse e imposte varie. Niente scuse: i soldi per provvedere alla manutenzione si devono trovare.

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