Grande scoperta scientifica nei laboratori di Biologia della Scuola Normale di Pisa: sono state riprodotte le cellule della corteccia cerebrale. Potrebbero essere utilizzate per il recupero della capacità motoria di braccia o gambe, sostituendo le cellule cerebrali morte.  Il gruppo di ricerca è coordinato da Federico Cremisi, del Laboratorio di Biologia della Normale e da Michle Studer dell’Università di Nizza. Ora, come si legge sul quotidiano il Tirreno, manca la sperimentazione sull’uomo. Servono tre anni e circa 100mila euro per completare lo studio e portare a termine una ricerca di 8 anni. Il laboratorio della Normale è già attrezzato, altrimenti la spesa salirebbe ad almeno 500mila euro.

Lo studio, i cui primi firmatari sono Marco Terrigno e Michele Bertacchi, allievo perfezionando e dottore di ricerca del dottorato in Neuroscienze della Scuola Normale Superiore, è pubblicato sulla rivista “Stem Cell Reports”.

“La produzione di cellule nervose generiche da cellule staminali è una pratica ormai diffusa fra chi fa ricerca. – spiega al Tirreno il professor Cremisi – Noi a Pisa da otto anni, invece, cerchiamo di caratterizzare queste cellule nervose prodotte in laboratorio da cellule staminali. La novità è che siamo riusciti a produrre in laboratorio cellule nervose caratterizzate, non più generiche. Nello specifico, in vitro siamo riusciti a produrre sia cellule della corteccia cerebrale posteriore sensoriale, responsabili del tatto e della vista, sia cellule della corteccia cerebrale anteriore motoria, responsabile dei movimenti”.

“In parole semplici – spiega lo scienziato- ispirandoci a ciò che sapevamo degli embrioni abbiamo somministrato la stessa sostanza FGF (fattore di crescita dei fribroblasti) per la coltivazione in piastra. Questo ha fatto sì che siano state prodotte le cellule per la corteccia anteriore”. Queste cellule, prosegue Cremisi, “possono essere trapiantate negli esseri umani per la cura di alcune patologie”.

Circa le patologie, “le cellule cerebrali della corteccia anteriore – prosegue il professore – sono ideali per la cura dell’ictus, per il recupero della capacità motoria. Per quelle della corteccia posteriore ancora deve essere individuata la patologia (o le patologie)”. Per la fase operativa, di trapianto delle cellule nei pazienti “manca tanto e manca poco. Manca la sperimentazione sull’uomo. Mi spiego: la ricerca c’è tutta. Le conoscenze anche. I ricercatori preparati pure. In laboratorio, i risultati ci sono stati. Ora dobbiamo riprodurre il procedimento con cellule umane”.

 

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