Un locale ben nascosto, all’interno del campanile, veniva utilizzato per custodire i tesori e le donazioni del complesso di Santa Maria del Fiore, a Firenze. Nel corso del convegno internazionale “Il Campanile di Giotto – Studi e ricerche per la conservazione”, in programma a Firenze dal 15 e 16 Novembre, saranno presentati i risultati di uno studio approfondito, commissionato dall’Opera di Santa Maria del Fiore ad alcuni professori e ricercatori dell’Università degli Studi di Firenze e del Politecnico di Torino.
Molte le novità emerse, alcune delle quali riferibili al periodo di costruzione del Campanile, tra il 1334 e il 1359, sotto la direzione prima di Giotto, poi di Andrea Pisano e infine di Francesco Talenti. In particolare la scoperta di una “sala del tesoro” e di tre bagni ai tre piani del campanile, di cui non si conosceva l’esistenza.
La “sala del tesoro”, che si trovava al piano terra del campanile, da dove oggi si accede al monumento, potrebbe essere stata concepita nella fase di costruzione diretta da Andrea Pisano e utilizzata con questa funzione anche nel Quattrocento.
Era un luogo chiuso e inaccessibile, se non dal piano superiore, attraverso una grata a scorrimento verticale, in cui si conservano i tesori della cattedrale e le offerte dei fedeli. A quel tempo si accedeva al campanile non dalla porta di ingresso che vediamo oggi, probabilmente realizzata nella prima metà del Quattrocento, ma dal piano superiore, collegato con un ponte alla cattedrale in costruzione.