Si comincia a dimenticare alcune cose, arrivando al punto in cui non si riconoscono nemmeno i familiari e si ha bisogno costante di aiuto anche per le normali attività quotidiane. Il morbo di Alzheimer è spietato. Al momento purtroppo non esistono cure. Si cerca, per quello che si può, di contenere l’avanzata della malattia, migliorando la qualità della vita dei pazienti. In tal senso merita attenzione il progetto regionale ”Musei toscani per l’Alzheimer, una rete per il territorio’‘, che arriva anche a Grosseto.

Un corso di formazione per operatori museali e geriatrici finalizzato a favorire l’accesso ai musei alle persone che soffrono di Alzheimer e ai loro accompagnatori. In un incontro presso il Palazzo della provincia di Grosseto, organizzato dalla Rete Musei di Maremma in collaborazione con la Regione, è stata presentata l’iniziativa.

Hanno partecipato Roberta Pieraccioli, coordinatore Musei di Maremma, Cinzia Manetti funzionario Posizione organizzativa attività educative della Regione Toscana, Cristina Bucci e Luca Carli Ballola del Coordinamento Musei Toscani per l’Alzheimer e Francesco Manneschi, presidente del Centro Studi Orsa.

Il progetto regionale, che collabora con decine di musei in ogni provincia, punta a far apprezzare e godere i musei e le opere d’arte alle persone che soffrono di questa malattia degenerativa, usufruendo della guida di persone esperte e di visite concepite proprio per loro.

L’arte e la cultura per le persone che affrontano la sfida di vivere con la demenza. In un ambiente privo di barriere cognitive le persone con demenza possono partecipare pienamente alla vita sociale e culturale. I musei possono contribuire a rendere la società più amichevole nei confronti della demenza”.
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