Il castagnaccio

- Si va a mangià?
14 Novembre 2018

Esistono varie versioni di questo dolce toscano che si prepara con farina di castagna, acqua, olio e rosmarino, con pinoli e uvetta per arricchirlo un po’. La ricetta, in realtà, è diffusa anche Piemonte, Lombardia, Veneto e Piemonte, dove le castagne sono molto diffuse in cucina (viene preparato e apprezzato anche in Corsica). Una sola cosa è certa: il castagnaccio è buono e molto nutriente. La cosa più importante è che la farina sia fresca. Se è molto fine il castagnaccio che prepareremo sarà simile a una torta classica, altrimenti, con una farina più grezza, verrà più rustico e granuloso. Nella preparazione sono previste uova né burro e, pur essendo un dolce, non è prevista l’aggiunta di zucchero nell’impasto (al limite se ne può aggiungere, ma con estrema moderazione). Anzi, è previsto un pizzico di sale, per contrastare la dolcezza tipica delle castagne. Il rosmarino conferisce una nota aromatica interessante.

Ingredienti per una teglia media

300 grammi di farina di castagne, uvetta sultanina (30 grammi), pinoli (40 grammi), 350 ml di acqua fredda, olio extravergine di oliva, rosmarino. Come dicevamo, esistono diverse “versioni” di castagnaccio: qualcuno lo prepara con il latte al posto dell’acqua (o metà acqua e metà latte). Altri mettono delle scorzette di arancia al posto dell’uvetta, oltre al rosmarino. E c’è chi mette anche delle noci.

Preparazione

Prima di tutto bisogna setacciare la farina, poi si aggiunge un pizzico di sale e si mescola il tutto, aggiungendo lentamente l’acqua. Continuare a mescolare fino a che si ottiene un composto abbastanza liscio. Aggiungere l’uvetta e i pinoli. Ungere bene la teglia con olio di oliva extravergine e versare il composto. Aggiungere sula superficie un filo di olio, un po’ di pinoli e dei pezzetti di rosmarino. Mettere a cuocere per circa 40 minuti circa nel forno a 180 gradi. Il segnale che il castagnaccio è cotto è questo: si vedrà una sorta di pellicola sulla superficie, con qualche crepa e i bordi leggermente più scuri. Lasciate riposare e… buon appetito!

La storia

Nel “Commentario delle più notabili et mostruose cose d’Italia e di altri luoghi”, di Ortensio Landi (1553), si legge che l’inventore del castagnaccio fu un lucchese, tale Pilade da Lucca, “il primo che facesse castagnazzi e di questo ne riportò loda”.

In tempi di carestia avere le castagne era una vera e propria manna per la popolazione. Il castagnaccio, così, era uno dei piatti più gettonati. Dopo la Seconda guerra mondiale per alcuni anni il castagnaccio sparì dalla tavola degli italiani, forse perché ricordava un periodo di fame e sofferenze. Con il tempo fortunatamente è stato riscoperto ed oggi è molto apprezzato.

 

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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