Ha sentito dei rumori in piena notte. Si è svegliato e, dopo aver preso la pistola, ha sparato alcuni colpi di pistola contro due malviventi che con un piccone avevano rotto i vetri di una finestra, entrando nella sua ditta (una rivendita di gomme per auto) a Monte San Savino (Arezzo). I due ladri si sono dati subito alla fuga ma uno di loro, rimasto gravemente ferito, non ce l’ha fatta, stramazzando al suolo nel cortile davanti alla ditta. Fredy Pacini, 57 anni, titolare della ditta, negli ultimi anni ha subito decine di furti. Lui sostiene trentotto. Ai carabinieri risulta un numero inferiore di episodi ma è possibile che in più di un’occasione l’uomo non abbia sporto denuncia. Sempre più esasperato, da tempo Pacini dormiva nella sua officina, per poter controllare meglio ed evitare nuove intrusioni. Subito dopo la sparatoria di pochi giorni fa l’uomo ha chiamato i carabinieri, ora è indagato per eccesso di legittima difesa.
“Il fascicolo d’indagine serve anche per accertare se si versi di un caso di legittima difesa”, ha detto ai microfoni del Tgr Rai della Toscana il procuratore di Arezzo Roberto Rossi. “Se si versa in un caso di legittima difesa lo potremo accertare solo dopo aver fatto le indagini”. Alessandra Cheli, l’avvocato di Pacini che insieme al collega Giacomo Chiuchini difende Pacini, parla di “legittima difesa a tutti gli effetti a prescindere da qualsiasi questione si voglia fare o discutere sulla norma o sulla sua eventuale riforma”. Il legale ha assicurato che Pacini “è perfettamente tranquillo e con la coscienza a posto”, anche se “ovviamente è costernato e dispiaciuto per quanto accaduto”, e ha sottolineato che l’iscrizione nel registro degli indagati è “un atto dovuto e giusto perché c’è da accertare un fatto, ci sono delle indagini in corso” e “si attendono le risultanze con assoluta serenità”. Saranno l’autopsia sul corpo della vittima e la ricostruzione balistica a stabilire l’esatta dinamica dell’accaduto e le responsabilità.
Qualche mese fa Pacini aveva raccontato in tv il proprio dramma: “Sono davvero esasperato. Vivo un incubo da quattro anni. Nel 2014 ho subito sette furti e ho deciso di traslocare. Ho una casa in paese, a Monte San Savino, dove vive il resto della mia famiglia. Ma io abito dentro al negozio, per il terrore dei ladri. La mia vita è stata stravolta: non esistono ferie, non ci sono vacanze. Ed è dura tanto per me, quanto per i miei familiari”.
La vicenda riaccende i riflettori su un tema caro alla Lega. Susanna Ceccardi, sindaco di Cascina (Pisa) e commissaria regionale della Lega in Toscana, va all’attacco: “Dopo 38 furti nella sua azienda, un uomo esasperato e costretto a dormire dentro il capannone, non poteva agire diversamente. La nuova legge sulla legittima difesa – aggiunge – lo avrebbe probabilmente salvato dalle indagini di eccesso colposo di legittima difesa. Siamo vicini a quest’uomo, e se necessario, gli daremo supporto per attraversare questa difficile vicenda. La difesa è sempre legittima!”.
Anche il leader della Lega, Matteo Salvini, ha parlato di questo caso: “Dopo il Decreto Sicurezza, arriverà in Parlamento la nuova legge sulla Legittima Difesa. Io sto con chi si difende, entrare con la violenza in casa o nel negozio altrui, di giorno o di notte, legittima l’aggredito a difendere se stesso e la sua famiglia. La mia solidarietà al commerciante toscano, derubato 38 volte in pochi mesi: conti su di noi!”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia: “A Monte San Savino, Fredy Pacini, gommista 57enne, dopo aver subito 38 furti, spara e uccide ladro introdottosi nella sua azienda. Ora indagato per eccesso di legittima difesa. Io sto con Fredy: la difesa è sempre legittima!”.
Fa sentire la sua voce anche Forza Italia, attraverso un tweet della capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini: “Anche oggi, da Arezzo, arriva una notizia di cronaca che ci ricorda l’urgenza di una seria legge sulla #legittimadifesa. Forza Italia da mesi chiede al governo gialloverde un’accelerazione. Finora, nonostante gli annunci di Salvini, solo palude e rinvii. Approviamola subito!”.
L’eurodeputata Simona Bonafè, segretaria regionale del Pd, la pensa in modo diverso: “I fatti di Arezzo costringono a prendere atto che quando una persona ricorre a un’arma per difendersi da sola, dopo aver subito 38 furti significa che né la giustizia, né la sicurezza hanno funzionato. E quindi ne usciamo tutti sconfitti: istituzioni e cittadini. E proprio per questo credo che chi è al governo dovrebbe avere come primo obiettivo quello di dotare di uomini e mezzi le forze dell’ordine, incrementando anche i pattugliamenti notturni, e fornire al sistema giudiziario gli strumenti necessari perché funzioni davvero, attraverso la certezza della pena per chi delinque. Dare una pistola a tutti e a tutte non penso sia la risposta al giusto bisogno di sicurezza dei cittadini. Allo stesso tempo si smetta di gettare benzina sul fuoco della paura: chi ricopre incarichi istituzionali e governativi lasci la propaganda e metta in campo soluzioni concrete, perché fino a prova contraria l’ordine pubblico e la sicurezza dipendono dal ministero dell’Interno”.
Foto: da Facebook