La fame è una condizione terribile che solo chi ha provato può capire fino in fondo. C’è una convinzione che va sfatata: a patirla non sono solo le persone che vivono in zone di guerra o colpiti dalle carestie. “Appena il 10% delle morti per sottonutrizione – spiega in un articolo Guglielmo Bonaccorsi, professore associato di Igiene e Medicina Preventiva dell’Università di Firenze – riguarda aree di guerra, catastrofi naturali o condizioni climatiche eccezionali, mentre il 90% è rappresentato da vittime di fame cronica, ovvero di persistente negazione di accesso al cibo”.

Di diritto al cibo e sicurezza alimentare si è parlato molto a Expo 2015, a Milano. “Il mondo attuale è in grado di nutrire le generazioni future? – si chiede Bonaccorsi -. Può farlo in maniera sostenibile? A quale prezzo? Tutti gli esseri viventi posseggono accesso al cibo? Di quali azioni dobbiamo farci carico per renderlo un diritto esigibile?”. Sono domande che richiedono risposte ponderate, perché toccano diversi aspetti: sociali, culturali, economici e politici. E, prima di tutto, umani. Di questi temi si parla domenica 2 dicembre a Firenze, alle 10.30 (Aula Magna del Rettorato, Piazza San Marco 4) nell’ambito del ciclo di “Incontri con la città”.

Il professo Bonaccorsi osserva che il diritto al cibo è:

INCLUSIVO: non semplicemente il diritto a una razione calorica e di nutrienti minima, ma a tutti gli elementi nutrizionali di cui una persona necessita per vivere una vita attiva e in salute e ai mezzi necessari per procacciarseli in toto;
UMANO: come tale interdipendente, interrelato e indivisibile rispetto agli altri diritti umani (salute, istruzione, vita, acqua, abitazione, informazione…);
NON NEGOZIABILE: non può essere oggetto di trattative più o meno rilevanti in termini di “quanti” e  chi garantirlo. Deve essere garantito all’intera popolazione.

E prosegue aggiungendo che bisogna sfatare alcune false credenze su tale diritto:

Non è il diritto ad essere nutriti (non è la “riserva indiana”), bensì a nutrirsi con dignità e senza creare dipendenza.
La negazione del diritto al cibo non è la risultante della mancanza di cibo nel mondo: le radici alle cause della malnutrizione riguardano la mancanza di accesso al cibo (per povertà, esclusione sociale, discriminazione) molto più che di cibo in sé.
È certo che sicurezza alimentare per tutti, sovranità alimentare e diritto al cibo hanno molti principi in comune, nonché la ratio e la messa in atto di interventi a sostegno di tutti e tre.
Se il nostro Paese si impegnerà nella battaglia per il diritto al cibo, potremo essere orgogliosi di appartenere ad una nazione che non dimentica di aver saputo partorire, nella sua storia, il Rinascimento dell’uomo.

Foto: Pixabay

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