Fin da ragazzino dimostrò un’intelligenza superiore alla media. Non a caso a soli 15 anni Antonio Pacinotti fu ammesso a frequentare il corso di matematica all’università. L’ateneo pisano celebra l’inventore della dinamo con una targa e una giornata interamente dedicata a lui per il fondamentale contributo dato al progresso tecnologico a beneficio dell’umanità. Il riconoscimento conferito dalla Ieee, la più importante associazione mondiale in ambito dell’ingegneria elettrica e dell’informazione, è la cosiddetta “Ieee milestone” o pietra miliare.
Nato a Pisa il 17 giugno 1841, Pacinotti studiò e si laureò nella sua città nel 1861. Nell’aprile 1860, dunque prima di laurearsi, realizzò la prima dinamo a corrente continua, la cosiddetta “macchinetta”. Dopo aver insegnato Fisica e Chimica all’Istituto Tecnico di Bologna e Fisica sperimentale all’Università di Cagliari, tornò all’Università di Pisa nel 1882 come professore di Fisica sperimentale. Nel Museo degli Strumenti di Fisica dell’ateneo pisano sono conservati tutti i prototipi realizzati da Pacinotti: oltre alla famosa “macchinetta”, la macchina a gomitolo, la macchina a volano, il “fucile elettromagnetico” e altre invenzioni. Nella Biblioteca di Matematica, Informatica e Fisica si trovano inoltre i suoi circa 2000 volumi e l’archivio,, con migliaia di fogli manoscritti del grande scienziato e di suo padre Luigi, anch’egli professore universitario.
L’idea rubata da un belga
L’invenzione della dinamo aprì la strada alla seconda rivoluzione industriale, mettendo a disposizione dell’uomo l’energia elettrica, per la prima volta in quantità pressoché illimitata. Dopo l’intuizione dell’anello (1858), la base della futura dinamo, il 10 gennaio 1859 Pacinotti per primo costruì, nel laboratorio di fisica del padre, un generatore dinamo-elettrico di corrente continua, la prima macchina in grado di produrre elettricità con un sistema alternativo alla via elettro-chimica (pile e batterie) nota fino ad allora. Purtroppo la grande idea dello scienziato pisano rimase solo un prototipo. A brevettare la dinamo nel 1871, infatti, fu Zénobe-Théophile Gramme, capo officina belga di una ditta francese, la Fremont, a cui Pacinotti si era rivolto per lo sviluppo industriale della sua invenzione. L’italiano rivendicò il primato dell’invenzione senza però riuscire ad ottenere ragione. Il riconoscimento dei suoi meriti avverrà solo 21 anni dopo la sua morte, nel 1933, all’Esposizione Universale di Chicago, quando fu riconosciuta la scoperta di Pacinotti. Primogenitura ribadita nel 1934 durante il Congresso degli scienziati elettrotecnici.