Si infiamma la polemica sull’allargamento dell’aeroporto di Firenze. Il governo, attraverso il ministro per le Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha fatto sapere che non ne vuol sapere, almeno per ora. Il sindaco di Firenze si infuria (e con lui la giunta della Regione Toscana, guidata da Enrico Rossi). Nel contempo si riaccende un’altra polemica: ma chi lo dice che se lo scalo di Firenze può essere allargato, per Pisa non è possibile la stessa cosa? Affermarlo vuol dire che, alla fine, il vero disegno è mettere Pisa nell’angolino, sviluppando Peretola a danno del Galilei? Sarebbe questa la vera integrazione tra i due aeroporti? Perché, allora, non sono rimasti ognuno per conto proprio, facendo decidere al mercato chi deve e può crescere?
Andiamo per ordine. Ai microfoni di Radio24 Toninelli ha detto che sull’aeroporto di Firenze al ministero c’è un dossier che “stiamo analizzando con la stessa assenza di pregiudizi politici con cui analizziamo la Tav”. Poi però ha ghiacciato le speranze di Firenze: “Stiamo guardando i dossier e prima di fare un intervento sul singolo aeroporto, ho l’obbligo, nei confronti degli italiani, per meglio gestire i soldi pubblici, di fare un piano nazionale degli aeroporti. Perché – spiega – se io vado ad incentivare o ingrandire un determinato aeroporto devo avere una strategia. E qual è la strategia che oggi stiamo portando avanti innanzitutto? Prima un piano nazionale degli aeroporti che va integrato e coordinato: non si può agire per singola città e singola regione”. Ha poi aggiunto una cosa: “Vorrei anche iniziare a parlare di biglietto integrato: tre giorni fa a Venezia è partito un treno che è andato all’aeroporto di Fiumicino; queste sono le iniziative che un Governo deve portare avanti”. E infine: “Analizziamo i singoli casi. Per Firenze mi pare che ieri sia stato il ministero dei Beni culturali a elevare alcune perplessità non il Mit. Comunque lo analizziamo”.
Dario Nardella si è detto “sbigottito” per le affermazioni di Toninelli: “Un ministro dei Trasporti, in carica da sei mesi, che dichiara la necessità di un piano nazionale degli aeroporti, dimostra di non sapere che questo piano c’è già (varato dal precedente ministro Delrio, ndr). Ha aggiunto poi che le affermazioni del ministro sono “clamorose, offensive e molto gravi, perché di fatto conferma la posizione del governo: quella di totale ostilità verso la realizzazione delle nuova pista dell’aeroporto e verso Firenze… denota la volontà politica dei 5 stelle e del governo di azzerare lo sviluppo di questo Paese”. Non le ha mandate a dire alla Lega: “Comportamento vergognoso. La Lega è ormai supina, subalterna e complice di questa strategia contro lo sviluppo della Toscana e dell’Italia del Movimento 5 stelle”.
“Come sindaco – ha aggiunto Nardella – non posso più rimanere in silenzio. Ora è venuto il momento di dire basta, ma lo devono dire tutti i cittadini onesti. Faccio quindi appello a tutte le forze economiche, sociali, culturali e politiche della Toscana e di Firenze. Mettiamo in campo la più forte e compatta reazione a questa strategia dello smantellamento e dell’azzeramento del futuro della nostra città. Bloccare la nuova pista dell’aeroporto significa non solo azzerare una procedura amministrativa» regolare «ma anche bloccare prospettive di sviluppo e di occupazione”.
Parole molto dure anche dal governatore della Toscana, Enrico Rossi: “Non chiedo le dimissioni” del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, come ha fatto il sindaco di Firenze, ma il piano nazionale degli aeroporti “esiste già. È lì e sulla base di quel piano si è lavorato almeno per 5 anni. C’è poi anche un principio di continuità nel diritto amministrativo: non è che cambiando il quadro politico si possa pensare di ripartire da capo. La storia non comincia con il ministro Toninelli, né con Rossi, e non finirà quando Rossi e Toninelli faranno altre cose”. E ancora: “Sulla base di questo piano- aggiunge- si sono fatti atti, si sono prese decisioni importanti, si sono spesi soldi, si è discusso molto e quel piano deve essere rispettato, applicato. Se poi ci sono altre idee da parte del ministero sulle quali discutere, va bene”.
Ma torniamo per un attimo al sindaco di Firenze. Nel suo discorso ha sottolineato anche che l’aeroporto di Pisa non può essere potenziato, come vorrebbe il M5S, perché è uno scalo militare, sottolineando che quello di Firenze è l’unico scalo civile della Toscana. Ma è davvero così? Certo, il Galilei è (anche) un aeroporto militare. Perché è nato come militare, diventando poi (anche) un aeroporto internazionale civile. Che come volume di traffico è molto importante e copre gli interessi di tutta la Toscana. Firenze vuole di più? Benissimo. La domanda, però, sorge spontanea: perché a suo tempo è stata fatta la fusione tra i due aeroporti? Non sarebbe stato meglio che ognuno andasse avanti per la propria strada? L’aeroporto di Bergamo Orio al Serio è cresciuto tantissimo negli ultimi anni, facendo registrare numeri di passeggeri impressionanti, pur avendo vicino Malpensa. I volumi di traffico in Lombardia (e Veneto) sono diversi da quelli della Toscana, però alla fine è il mercato che decide, non i governi né i sindaci né i governatori delle Regioni. La cosa più importante è che vi siano i collegamenti per gli aeroporti. È soprattutto a questo che devono pensare le istituzioni pubbliche.
Il mercato per il momento dice questo. Se Firenze e Pisa litigano, l’aeroporto di Bologna gongola. “Dal 2013 al 2017 i passeggeri sono cresciuti di 2,2 milioni e hanno superato gli 8 milioni – osserva il vicepresidente del Consiglio regionale Marco Stella (Forza Italia) -, Pisa e Firenze sono cresciuti di 1 milione. Mentre la Toscana resta al palo e cresce poco, Bologna vola”.
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