Gli Ordini professionali delle professioni infermieristiche della Toscana denunciano gravi carenze di organico: “Chiediamo che si attivi velocemente una nuova procedura concorsuale”, si legge in una nota. “Secondo il rapporto Oasi recentemente pubblicato in Toscana, per ogni 100 infermieri presenti nel 2010 oggi ne abbiamo due in meno. Sono abilitati circa 21000 infermieri in Toscana a fronte di 3 milioni e mezzi di abitanti, un rapporto infermiere/1000 abitanti di 6, quando la media Europea è di 8,4. Se dovessimo basarci solo su questo gli infermieri a mancare sarebbero 8000 ma intanto, da subito, ne servono circa 3000. È questo, secondo il centro studi Fnopi, il numero di assunzioni necessarie in toscana se vogliamo un equa distribuzione tra professioni”.

Ma quali conseguenze può avere la carenza di infermieri in un ospedale? L’Opi Toscana fornisce alcune cifre a riguardo: ogni volta che si assegna un assistito in più a un infermiere (il rapporto ottimale in ospedale a bassa intensità sarebbe 1:6) aumenta del 23% l’indice di burnout (esaurimento da lavoro), del 7% la mortalità dei pazienti, del 7% il rischio che l’infermiere non si renda conto delle complicanze a cui il paziente va incontro.

Un po’ come avviene nella scuola anche per gli infermieri una volta assunti molti chiedono il trasferimento vicino a casa, e ciò aggrava i problemi per quanto riguarda gli organici. La graduatoria dell’ultimo concorso “è praticamente terminata – si legge nella nota – e troppi sono stati i colleghi assunti provenienti da altre Regioni che hanno già chiesto ed ottenuto mobilità e trasferimenti. Chiediamo quindi che si attivi velocemente una nuova procedura concorsuale che non preveda, come accaduto nella precedente, una preselezione. Sia perché tale scelta ha determinato esclusioni di colleghi corregionali che oggi paghiamo, sia perché il fabbisogno infermieristico è così elevato che ad avviso degli scriventi non vi è necessità di una preselezione che ha tra l’altro generato non pochi malumori. La procedura concorsuale deve quindi partire adesso, immediatamente. Ogni mese di ritardo rischia di paralizzare il sistema regionale toscano nel domani”.

Foto: Pixabay

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