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Tra Renzi e Salvini è guerra anche sul docufilm su Firenze

- Politica
18 Dicembre 2018

Che un ex presidente del Consiglio ancora attivo in politica realizzi un documentario sull’arte è una cosa sicuramente inconsueta. Era inevitabile, dunque, che “Firenze secondo me” di Matteo Renzi (guarda) finisse al centro delle polemiche. Il primo ad accendere le polveri è stato Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell’Interno. “Se mi monto la testa finisco a fare i documentari su Milano, che prendono l’1,8% di share, superati anche dalla ‘Signora in giallo'”, ha ironizzato il leader leghista, parlando a margine di un incontro a Milano. Ne è nato un battibecco che è andato avanti per giorni sui social network, con Renzi che non le ha certo mandate a dire al ministro.

“Negli ultimi tre giorni – ha scritto su Facebook – Salvini è intervenuto tre volte sul documentario ‘Firenze secondo me’. Sono onorato dell’attenzione anche se penso che il ministro dell’interno dovrebbe occuparsi di cose più rilevanti. Se proprio non ama seguire le questioni di sicurezza nazionale, il ministro potrebbe almeno trovare 100 miliardi di euro le coperture per le promesse a vuoto della campagna elettorale o più banalmente recuperare i 49 milioni che la Lega ha nascosto”.

“Detrattori si sono concentrati sull’audience, giudicandola scarsa: e dire che i risultati degli ascolti sono stati ottimi, superiori alla media del canale e alle performance di altri, più bravi, divulgatori culturali che hanno lavorato per il Canale Nove. Ma se la critica è tutta su quanti l’hanno vista, non su cosa hanno visto, va bene così”.

“A Salvini – prosegue Renzi – invece auguro di emozionarsi prima o poi davanti a un quadro, davanti a una statua, ammirando il paesaggio o l’architettura. Certo: queste immagini fanno meno like di un attacco agli immigrati o di un insulto a Juncker. Bisogna ammetterlo: la Madonna del Cardellino non rende bene sui social come un selfie ai funerali o come il post sul Grande Fratello Vip. Ma fortunatamente l’Italia è amata nel mondo per i simboli eterni del Rinascimento più che per le gesta di un ministro pro tempore. Ma un giorno persino Salvini capirà che investire in cultura serve all’Italia. Senza fretta, ma un giorno lo capirà anche lui. Persino lui”, conclude Renzi.

Polemica finita? manco per idea. Salvini ha replicato così: “Renzi dice che sono un ministro pro-tempore? Se gli italiani mi daranno fiducia conto di essere ‘pro-tempore’ per i prossimi 20 anni”.

Con tutti i problemi che vive il nostro Paese ci sembra francamente risibile una polemica sull’audience del docufilm di Renzi. Però, nel momento stesso in cui l’ha pensata, ci sembra impossibile pensare che il politico fiorentino non abbia tenuto conto che tutti sarebbero andati a vedere che audience avrebbe fatto in tv. Anche se, a onor del vero, Firenze secondo me” non è andata in onda sulla Rai o su un canale Mediaset ma su una tv “minore” come Nove, dove anche un asso come Crozza fatica a fare i numeri che faceva su Rai Tre o su La7.

Un giovane Matteo Renzi a “La ruota della fortuna” e un altrettanto giovane Matteo Salvini a “Slalom”

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Giornalista.

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