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Salviamo quelle povere pecorelle

- Politica
27 Dicembre 2018

Doady Giugliano

Ai Borboni veniva imputato di aver lasciato il popolo nell’ignoranza, giusto per poterlo gestire al meglio. La storia forse si ripete e purtroppo anche con gli interessi maturati nei secoli. Interessi cresciuti a dismisura, proprio come le pecore, “poerelle” sempre disponibili a seguire qualsivoglia pastore, sempre pronto a redarguire e bastonare. La nostra metafora però finisce qui, proprio sulle rive dell’Arno, che in questi giorni amplifica gli echi di coloro che in teoria dovrebbero svolgere l’antico e rompiglioso (cercare il significato sul vocabolario) mestiere di pastori di anime. Già, proprio loro, dimentichi dei limiti che la loro attività impone, novelli inquisitori, lanciano anatemi non stop, all’indirizzo di coloro che il popolo delle povere pecorelle ha democraticamente scelto per essere per essere rappresentate.

Un tempo, ormai lontano, quando i pochi ma indispensabili rudimenti di Educazione civica, impartita nella scuola dell’obbligo, ci raccontavano che l’Italia era un Paese Laico, pochi o nessuno ci credeva. Del resto il Cane da Pastore, si chiamava non a caso Democrazia Cristiana, ed arrivare alla proprietà di Cane e Pecore, non era poi così difficile. Oggi, a distanza di decenni, una volta eliminati i rudimenti di Educazione civica dall’iter scolastico, le povere pecorelle non sanno più distinguere tra erba buona ed erba velenosa. Si vive nel più totale inquinamento ambientale. Inquinamento acustico, s’intende, prodotto anche e soprattutto da quanti che al solito predicano bene ma razzolano male. E non sto qui ad elencarvi le nefandezze che certi rappresentanti del povero Cristo, hanno compiuto e continuano a compiere. Un inquinamento acustico che non a caso si diparte da una regione ormai sempre meno rossa, la Toscana, che proprio nella fu rossa Livorno, oggi pentastellata, dette i natali al Pci.

Ed a proposito di Natale, quello appena trascorso, dalle sponde dell’Arno si è alzato un coro di chierici, parroci e cardinali, quasi fossero novelle lavandaie al bucato, intenti ad intonare l’inno dell’accoglienza per tutti, proprio tutti, bianchi neri, gialli, fucsia, verdi (di bile), sbandierando per l’ennesima volta, un concetto “fresco” di 2018 anni, sempre utile ad indirizzare le pecorelle o, nel peggiore dei casi, a creare quei terribili sensi di colpa che hanno devastato le menti ad intere generazioni. E così, mentre psichiatri, psicanalisti, psicologi e spacciatori ringraziano gli “illustri” coristi, a noi, povere bistrattate e sempre più confuse pecorelle non resta che piangere belando alla Luna!

Doady Giugliano

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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