Guarderanno nell’abisso i 550 studenti che prendono parte all’undicesimo “Treno della memoria” toscano. Destinazione: Auschwitz. Nei luoghi di quell’immane sofferenza che è rimasta scolpita nella terra, cercheranno di capire come sia stato possibile che alcuni uomini venissero rinchiusi in un recinto e fatti morire di stenti, quando non uccisi direttamente con il gas, solo perché di religione ebraica o appartenenti ad alcune minoranze considerate nemiche da un folle regime accecato dall’odio.
Partono il 20 gennaio gli studenti toscani, nell’anno in cui viene ricordato il centenario della nascita di Primo Levi, lo scrittore sopravvissuto alla deportazione che tutto il mondo conosce. “Sono 18 anni che la Regione organizza ad anni alterni il treno della memoria – ha detto Monica Barni, vicepresidente della Regione Toscana – e siamo prossimi alla nuova partenza, domenica mattina. L’importanza di questa iniziativa risiede nel fatto che è un progetto, un progetto che si rinnova e vede coinvolti insegnanti e ragazzi. Il nostro obiettivo è la conoscenza, quella degli eventi e quella delle scelte che hanno portato alle pagine più buie della nostra storia. Non è una memoria sterile, vogliamo che i ragazzi attraverso i loro insegnanti arrivino ad Auschwitz consapevoli di quello che andranno a vedere e possano con i occhi essere testimoni dell’orrore che si è consumato in quei luoghi”.
“Questo treno parte in un momento in cui la situazione in Italia e in Europa oggi sta peggiorando – ha detto Ugo Caffaz, da sempre animatore del treno della memoria – , la storia è fatta di corsi e ricorsi ma il nostro compito consiste proprio nel far sì i ricorsi non possano più avvenire e per questo ci vuole quello che si chiama ‘controllo primario’, cioè l’educazione dei ragazzi e l’aggiornamento degli adulti. Quindi noi continueremo in questo progetto del treno finché possiamo. Quest’anno è previsto anche un incontro con la Commissione europea che è bene i ragazzi conoscano così come è bene che la Commissione veda e conosca i ragazzi. La Regione Toscana ha inventato questo contributo e continua a farlo sostenendone i costi che non sono banali ma la cultura che dobbiamo rilanciare non ha costi”.
Il treno della memoria è un viaggio per non dimenticare e per capire, vedendo di persona e toccando con mano gli orrori dello sterminio nazista. Degli ebrei, ma non solo loro poiché molti erano i “diversi” considerati pericolosi che il Terzo Reich aveva deciso di annientare. Un viaggio che è stato preceduto da un lavoro approfondito nelle scuole e con gli insegnanti che inizia già d’estate.
La Regione Toscana ha sostenuto le spese di viaggio e soggiorno di 480, la maggior parte quindi, otto studenti per ogni professore. Altri quindici partecipano grazie al contributo di enti, le stesse scuole ed associazioni. Assieme a loro ci sono 60 studenti universitari dei tre atenei toscani, che viaggiano grazie al contributo dell’Azienda regionale per il diritto allo studio. Sessanta sono anche i docenti selezionati in base al curriculum e che si sono formati con la Summer school del luglio scorso, più un docente di sostegno. Infine undici privati, che salgono sul treno a proprie spese per un percorso di conoscenza e crescita personale.
Le testimonianze
I ragazzi toscani avranno dei compagni di viaggio eccellenti, ovvero i testimoni di quell’immane tragedia: Andra e Tatiana Bucci, le sorelline scampate a Birkenau e al dottor Mengele, affezionate al viaggio della memoria toscano, e Silva Rusich, la figlia di Sergio Rusich deportato politico al lager di Flossenburg ed esule istriano, testimone della deportazione politica, che infatti viaggia come rappresentante dell’Aned. A Cracovia si unirà al gruppo dei testimoni Vera Vigevani Jarach, testimone di due storie: esule in Argentina per le leggi razziste del fascismo e madre di una desaparecida durante la dittatura di Videla. Si aggiungono i rappresentanti delle associazioni ovvero le Comunità ebraiche di Firenze e Pisa, le Associazioni rom e sinti, Aned (di Firenze, Prato, Pisa, Empoli), Anei, Anpi, Arcigay.Le associazioni incontreranno gli studenti sul treno durante il viaggio, attraverso workshop di discussione di quarantacinque minuti tra passato e presente. Si parlerà, come nelle passate edizioni, di antisemitismo e antiziganismo, delle deportazioni degli omosessuali e degli oppositori politici, di ieri ma anche dei segnali che arrivano dalla società di oggi.