Difficile, molto difficile guarire il calcio dal cancro della violenza se i primi a macchiarsi sono i protagonisti in campo. Stavolta è sulla Serie C che bisogna accendere i fari, per la partita tra Lucchese e Alessandria. I padroni di casa stavano perdendo 0-2 quando, nel finale, hanno acciuffato il pari, con la rete del 2-2 messa a segno al 92′. Si è scatenato un parapiglia e il tecnico dei toscani, Giancarlo Favarin, ha dato una testata al vice allenatore dei piemontesi, Gaetano Mancino. La brutta scena è stata immortalata dalle telecamere e in poco tempo è divenuta virale su social network. Schiaffi, pugni e spintoni, scene da Far West.
Ma i protagonisti di questa squallida gazzarra come si sono giustificati? “Quelli della panchina dell’Alessandria – ha detto Favarin – ci hanno offeso e sputato, a me e alla Ghilardi (Marcella, segretaria della Lucchese, ndr). Sono episodi che succedono quando si crea una tensione del genere, causata da una terna arbitrale scandalosa, che ha concesso di tutto all’Alessandria. Rischio una lunga squalifica? Mi dispiacerebbe, ma sono stato aggredito”. L’allenatore dell’Alessandria, Gaetano D’Agostino, ha replicato in questo modo: “Vorrei parlare di calcio, in questi casi è normale che ciascuno tiri l’acqua al proprio mulino. Tutti hanno visto e deciderà chi di dovere. Io non mi sento di parlare a caldo, rischierei di dire cose che vanno oltre la mia persona, e comunque il mio pensiero su ciò che è successo lascia il tempo che trova”.
Durissime le parole di Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro: “La tensione della gara, l’incertezza del risultato e neppure eventuali diverbi possono in alcun modo giustificare la sconsiderata violenza del gesto dell’allenatore della Lucchese nei confronti del membro dello staff dell’Alessandria al termine della gara che vedeva le due società contrapposte. In una giornata della memoria, come quella di oggi, che ci ricorda la Shoah, in cui si dovevano esaltare i valori a difesa dell’odio e della violenza mi vedo purtroppo obbligato ad evidenziare e condannare un esempio negativo. Purtroppo è quella faccia del calcio che non ci rappresenta e che non vorremmo mai vedere; che allontana la gente. Sono certo che il Giudice sportivo assumerà i provvedimenti che una situazione del genere merita. Mi auguro, altresì, che anche la società Lucchese non assista ma intervenga”.
Cosa spinga professionisti che da anni vivono nel mondo del calcio ad agire in questo modo è difficile dirlo. Forse ci sono state provocazioni e offese, ma la violenza non è mai ammissibile. Per questo, oltre a essere squalificati, come meritano, i protagonisti di questa vergognosa pagina del calcio dovrebbero prima di tutto vergognarsi di fronte a se stessi.
Favarin squalificato fino al 30 giugno
Il giudice sportivo ha squalificato Favarin fino al 30/6/2019 “per aver proferito durante la gara espressioni blasfeme; per aver invitato un proprio calciatore a “spaccare le gambe” ad un avversario; allontanato dall’arbitro iniziava una polemica verbale con un tesserato della squadra avversaria al culmine della quale colpiva quest’ultimo con una violenta testata al volto facendolo cadere a terra”.
Le scuse del tecnico della Lucchese
Ho sempre creduto nel calcio quale volano di principi e di valori per i quali ho sempre e comunque mantenuto atteggiamenti e comportamenti sani – dice Giancarlo Favarin dopo la squalifica -. Per questo motivo, oggi, sono a chiedere scusa a tutti, avversari, tifosi e società per l’episodio di ieri grave ed ingiustificato, che nulla ha a che fare con il calcio e con lo sport. Nonostante stessi vivendo un momento di particolare stress nervoso, per i mesi vissuti con difficoltà e per le provocazioni subite dall’inizio della partita, mai e poi mai questo malaugurato episodio, di cui mi assumo ogni responsabilità, avrebbe dovuto verificarsi”.
Foto: Eleven Sports