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L’importanza di lasciare al più presto la Serie C

- Sport
27 Febbraio 2019

Andrea Cosimi

In B una società di calcio se non si autofinanzia ci va parecchio vicino: tra contributi federali e diritti televisivi, oltre all’ovvio e inevitabile aumento di attrattività (dunque più sponsor, più abbonati, più merchandising…), stare in serie B non solo gratifica da un punto di vista strettamente calcistico e passionale: a goderne, infatti, è il bilancio.

Quel bilancio che, per una qualsiasi società di serie C, è invece quasi sempre “un bagno di sangue”: poche voci in entrata, tante e maggiori le voci in uscita. Per questo non mi stancherò mai di ripetere che l’ambizione che la nostra Piazza deve ritrovare è importantissima.

Frasi come… “A o B o dilettanti seguirò sempre il Pisa”, “un anno in più di C pazienza, ci siamo stati una vita”, eccetera eccetera, per quanto frasi anche condivisibili riassumono però un approccio lontano dalla realtà. Che la C sia destinata ad annoverare un numero sempre crescente di fallimenti ed esclusioni è dato di fatto del recente passato: la C di adesso, tra cinque anni al massimo, sarà un lontano ricordo.

Si parla da tempo di semiprofessionismo e ci si riempie la bocca parlando di riforme e di maggiore dignità per questa categoria così difficile e bistrattata, ma purtroppo la forza di cambiare drasticamente non c’è. Per questo ritenni evento “gravissimo” la retrocessione di due anni fa, la B non andava persa.

Per questo non capii come mai la passata stagione, nel momento in cui potevamo concentrarci sulla vittoria del campionato, stante il cammino balbettante di Livorno e Siena, invece eravamo tutti impegnati a fare dibattiti sul nuovo stadio, con la posa della prima pietra che sembrava imminente.

E per questo ritengo che adesso, pur notevolmente attardati in classifica, si debba fare di tutto per cercare di salire.

Un approccio soft alla questione serie B non solo è per me inaccettabile ma rappresenta anche, nella sostanza, un rischio di voler male ai nostri colori.

Dobbiamo sostenere, come del resto abbiamo sempre fatto, la questione Stadio, anche se potrebbe passare ancora tempo prima di vedere il cantiere aperto. Ma invocare a gran voce e spingere perché si salga di categoria è, nell’immediato, la priorità numero 1.

Anche se non sarà facile, sia per il livello qualitativo di questo girone A sia per la “criminale” formula dei playoff. E se non sarà questo anno dovrà essere B il prossimo. Alla quarta stagione potremmo anche “pretenderlo”: per il bene del nostro PISA.

Andrea Cosimi

 

Foto: Pro Vercelli-Pisa (Orlando Sacchelli)

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