– Antonio Casalini –
Gli inizi di Michele Martinelli, massese di 45 anni, sono identici a quelli di migliaia di giovani studenti. Istituto Alberghiero a Marina di Massa, diploma… e tanta incertezza sul futuro. Ma il giovane cuoco Michele mostra subito la sua intraprendenza, non esitando ad accettare lavori in giro per l’Europa. Va quindi in Germania, Francia e Inghilterra, frequentando grandi alberghi e grandi Maestri come Angelo Paracucchi. Proprio in queste location di lusso, incontra e si fa apprezzare dai reali Sauditi, come il Principe Aziz Al Saud, nipote di re Fahad dell’Arabia Saudita. Il Principe è stregato da Michele, lo assume come Personal Chef per tutta la durata del suo soggiorno in Europa e gli apre le porte delle dinastie reali mediorientali. Infatti, già all’età di 26 anni, approda, insieme alla compagna, alla corte del Re di Giordania e della Regina Rania. Trascorrerà 2 anni a corte, a capo di una brigata di 25 chef di diverse nazionalità e mettendo a tavola personalità come la Regina Elisabetta d’Inghilterra, Yasser Arafat, il Presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi e moltissime teste coronate.
Sono mille gli aneddoti legati a quel periodo che Michele, se lo andate a trovare, vi racconterà, conservando però una sorta di riservatezza, dote che ha evidentemente imparato ricoprendo un incarico così importante e delicato all’interno di un Palazzo Reale.
Appesi alle pareti del suo ristorante a Nibbiaia, sulle colline livornesi, ci sono i ricordi legati al suo lungo peregrinare e alla sua esperienza in Giordania, inclusi biglietti di ringraziamento vergati direttamente dalla Regina Rania (che lo chiama Miguel), commenti al menu e onorificenze ricevute in tutto il mondo. Attualmente Michele, docente di Master Management Turistico Alberghiero della facoltà di Scienze Politiche all’Università di Pisa, gestisce con cura maniacale la sua “Locanda Martinelli”, sita proprio nella piazza della cittadina labronica.
Carlo Volponi, medico per hobby e gastronauta per passione, non ha dubbi: “Michele, nel luglio 2010, aveva lanciato la sua scommessa: riuscire a diventare, in breve tempo, da splendido chef di teste coronate e petrolieri russi, un ristoratore provetto pronto a soddisfare le tante e tante aspettative di una clientela esigente e spesso preparata dal lato gastronomico. Il locale non ha avuto sostanziali modifiche nella sua struttura: tavoli di marmo, belle tovaglie, elegante apparecchiatura. La carta dei vini si è arricchita ed è ormai in grado di soddisfare anche l’avventore più esigente: assegno un bonus per la scelta non banale, con particolare attenzione alla ricerca di piccoli produttori, spesso poco considerati dalla grande ristorazione”
Assieme alla moglie Evelyn, Michele gestisce con eleganza questo gioiellino da 35 coperti suddivisi in due sale, cucinando ciò che a lui piace creare. Ed è in questo ambito che lo chef dà il meglio di sé. Quello che impressiona di questa persona è che gestisce la cucina da solo, senza alcun aiuto: nonostante ciò, riesce a più riprese ad uscire in sala illustrando i suoi piatti e intrattenendo piacevolmente i suoi ospiti. Il tutto nasce non solo dal fatto di possedere una tecnica sopraffina, ma soprattutto da un rigore comportamentale e da una concentrazione al di fuori della norma.
La lavagna con il menu del giorno (la scelta è sempre mirata, mai esageratamente ampia, con, in genere, quattro antipasti, tre primi e tre secondi) riporta le specialità di Michele, come il “piccione fichi e miele” oppure un crudo di scampi con cipolla di Tropea e pomodori confit molto equilibrato, il bordatino di triglie, ma anche il raviolo rigato aperto poggiato su una crema di zucchine…
Con una buona bottiglia e coccolati dall’ineffabile Evelyn, si passa una serata piacevolissima, dal sapore… regale, con una spesa media di circa 60 euro a testa.
Locanda Martinelli
Piazza Mazzini, 11
Nibbiaia (LI)