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Roberta Ragusa, il 10 luglio la Cassazione deciderà su Logli

- Cronaca
7 Marzo 2019

La scomparsa di Roberta Ragusa è uno dei casi di cronaca nera più inquietanti degli ultimi anni. Risale alla notte tra il 12 e il 13 gennaio 2012, a Gello, frazione di San Giuliano Terme (Pisa). Da lì a poche settimane Roberta avrebbe compiuto 45 anni. Da allora non è mai stata ritrovata. Suo marito, Antonio Logli, è stato condannato a 20 anni di carcere con rito abbreviato per omicidio volontario e distruzione del cadavere. La sentenza è stata confermata in appello. Il prossimo 10 luglio la Corte di Cassazione si riunirà per decidere il suo ricorso: la decisione arriverà in serata o, al massimo, la mattina successiva.

Cosa può succedere? La Cassazione può accogliere il ricorso, rinviando a un nuovo giudizio, oppure può respingerlo, confermando, di fatto, la condanna. Nel caso in cui il ricorso degli avvocati di Logli dovesse essere respinto l’uomo andrebbe in carcere.

Logli si è sempre dichiarato innocente e ha detto che quella notte rimase a letto, accorgendosi della scomparsa della moglie solo al mattino, alle 6.45. Dal suo racconto la moglie intorno alla mezzanotte del 13 gennaio, prima di andare a dormire, si sarebbe trattenuta in cucina per scrivere la lista della spesa, che i due coniugi avrebbero fatto, insieme, il giorno seguente.

Le indagini degli inquirenti scoprirono che Logli aveva un’amante, Sara Calzolaio, che in passato aveva lavorato come babysitter per i due coniugi e, in un secondo momento, nella loro scuola guida. Secondo i giudici la Ragusa avrebbe scoperto la relazione e questo sarebbe stato il movente dell’omicidio.

Falsi scoop (“Roberta è viva”, “il suo corpo si trova lì”), segnalazioni, sospetti (i genitori di Logli, intercettati, dissero che era stato il figlio a “farla fuori”), il “caso Ragusa” è un giallo dai contorni ancora oggi misteriosi.

Il figlio di Roberta e Antonio, Daniele Logli, qualche mese fa in un programma tv parlò a difesa del padre: “Sono convinto che mio padre non abbia toccato nemmeno un capello a mia mamma, non ho nessun dubbio. Spero che lei (la mamma, ndr) torni, che stia bene. Noi saremo sempre pronti a riaccoglierla. Secondo me ci sono buonissime probabilità che mia madre sia ancora viva”. Quelle parole destarono scalpore e, in alcuni, persino rabbia. Qualcuno disse che Daniele era stato manipolato. Di certo in tutti questi anni non avrà mai smesso di pensare alla sua cara mamma, scomparsa misteriosamente in una fredda notte d’inverno.

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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