Sabato allo stadio Paolo Mazza di Ferrara la Roma, impegnata contro la Spal, ricorderà il 50° anniversario dalla scomparsa di Giuliano Taccola, morto il 16 marzo 1969 negli spogliatoi dello stadio di Cagliari. L’ha annunciato il tecnico giallorosso Claudio Ranieri, anticipando che la Roma indosserà una maglia celebrativa in ricordo del giocatore. “Arrivai a Roma proprio nell’anno della sua morte”, ha ricordato Ranieri. “La sua scomparsa a Cagliari mi colpì molto, sabato ci teniamo ad onorarne la memoria”.
Nato a Uliveto Terme (Pisa) il 28 giugno del 1944, Taccola aveva iniziato a giocare nella squadra del suo paese, bruciando le tappe: in pochi anni, infatti, era riuscito a passare dalla serie D alla promozione in A con il Genoa, dopo le esperienze con Savona, Entella, Varese e Alessandria, per poi vestire la maglia giallorossa della Roma. “Taccola è un ragazzo tranquillo, un professionista serio, uno che evita accuratamente la pubblicità gratuita”, scriveva allora il Tifone (giornale sportivo dell’epoca) sul giocatore toscano. Arrivato in giallorosso in comproprietà, fu riscattato quasi subito dalla squadra di Helenio Herrera per 90 milioni di lire dell’epoca. Attaccante di razza, grande atleta, Taccola correva i 100 metri in poco più di 11 secondi.
“Giuliano Taccola è probabilmente il campione più sfortunato che abbia vestito la maglia della Roma – ha detto il vicepresidente giallorosso Mauro Baldissoni – per questo il suo nome è scolpito nella memoria del club e dei suoi tifosi. L’opportunità di portare il suo nome in campo nel giorno esatto del 50° anniversario della sua morte ci inorgoglisce ed è un piacere poterlo fare dopo averlo inserito nell’ultima classe della Hall of Fame della Roma, interpretando così il desiderio dei romanisti”.
Una triste storia
La stagione 1968-1969 fu terribile per Giuliano Taccola, forte attaccante della Roma nel pieno della carriera. Sottoposto a diverse visite mediche, nel febbraio 1969 subì l’asportazione delle tonsille e, a seguito dell’operazione, risultata un po’ problematica, gli prescrissero un mese di riposo. Ma furono forzati i tempi per riaverlo in campo prima possibile. Capitava spesso che, dopo gli allenamenti, avesse la febbre. In poco tempo perse 5 kg e, a causa degli antibiotici, si indebolì molto. Svenne alcune volte, una anche in campo, durante un allenamento. Dopo qualche settimana di riposo riprese ad allenarsi, ma era sempre più debilitato.
Il 16 marzo la Roma giocava a Cagliari. Taccola fu convocato ma, alla fine, escluso dalla gara, che seguì dalla tribuna. Si sentiva molto male, come fece presente al medico della squadra. Terminata la partita Taccola svenne nello spogliatoio e subì un arresto cardiaco. Inutili i tentativi di salvarlo, con la respirazione artificiale, il massaggio cardiaco e la corsa in ospedale. Nel referto dell’autopsia si lesse: “Insufficienza cardiorespiratorio acuta”. Ma dovuta a cosa? Non si è mai saputo.
La vedova, Marzia Nannipieri, per anni si è battuta affinché la triste fine del marito non venisse dimenticata, e si facesse piena luce su quanto accaduto. “La morte di Giuliano non fu fatalità, ma un omicidio”, disse qualche anno fa in un’intervista. Parole molto forti, ma si può comprendere il dolore di una donna che perse il marito a soli 23 anni, con due bimbi di 4 e 6 anni.
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