Questa volta i furbetti sono stati smascherati. Avevano messo in piedi una vera e propria truffa per immettere sul mercato olio proveniente dall’estero, prevalentemente dalla Grecia, spacciandolo per toscano, con tanto di marchio “Toscana Igp“. Dopo una inchiesta di tre anni la Procura di Grosseto ha indagato 31 persone, tra produttori di olio extravergine di oliva, titolari di frantoi e rivenditori.

Agli indagati viene contestata l’associazione a delinquere finalizzata a un numero indeterminato di delitti di frode in commercio, anche con falsi documenti. Ad alcune società che operano nel settore vengono contestati illeciti amministrativi.

Dopo alcuni accertamenti dei carabinieri forestali, condotti insieme al nucleo investigativo Nipaaf, su quattro province toscane (Grosseto, Siena, Arezzo e Firenze) e quella di Foggia, l’inchiesta portò al sequestro di 200 quintali di olio e a 47 avvisi di garanzia. La frode ha riguardato gli anni 2014-2015 e 2015-2016. Tra le società coinvolte nella presunta attività illecita, secondo quanto ha spiegato il procuratore di Grosseto Raffaella Capasso, “figurano veri e propri colossi del mercato internazionale in grado di condizionare al ribasso i prezzi del mercato locale”.

I reati evidenziati dalle indagini della Procura della Repubblica di Grosseto, spiega il procuratore Capasso, “rappresentano tra i più gravi episodi finora accertati in Toscana nel campo della pirateria agroalimentare avente ad oggetto l’olio extravergine di oliva”.

La frode sarebbe avvenuta in due stagioni in cui i quantitativi di extravergine prodotti in Toscana “non erano stati così abbondanti da consentire un soddisfacente smercio”. Nonostante la produzione di olive fosse stata scarsa (a causa di condizioni climatiche avverse), grazie alla truffa gli indagati erano riusciti a commercializzare notevoli quantitativi di olio extravergine di oliva, venduto come “atto a divenire Toscano Igp” (di maggiore pregio), mentre si trattava in realtà di olio extravergine di oliva greco o genericamente italiano.

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