La pubblicazione della classifica sui comuni più efficienti e virtuosi d’Italia, stilata dall’Osservatorio sui Conti pubblici dell’Università Cattolica di Milano diretto da Carlo Cottarelli, ha suscitato un grande dibattito a Pisa. Il primo a commentare è stato il sindaco Michele Conti: “Un dato da festeggiare e da mantenere. Un risultato che, ne sono convinto, vada attribuito in larghissima parte alla lungimiranza parsimoniosa di Sergio Cortopassi, prima sindaco di Pisa e poi assessore al bilancio: il lavoro impostato sotto la sua gestione ha portato l’ente da un lato a diminuire drasticamente l’indebitamento accumulato negli anni precedenti, dall’altro a sfoltire il patrimonio comunale alienandone la parte ritenuta non strategica. Le leggi nazionali successive in materia di finanza pubblica hanno consentito a chi ha amministrato dopo di lui di mantenere questo valore acquisito, di cui oggi anche la nostra amministrazione ne gode i benefici”.
L’ex sindaco, Marco Filippeschi, ha messo subito i punti sulle i: “Rivendico questo splendido risultato per Pisa, costato impegno e coerenza. E’ solo frutto delle giunte di centrosinistra. Ringrazio ancora gli assessori, i consiglieri che ci hanno sostenuto e chi lavorando nella struttura del Comune ha contribuito in modo decisivo a raggiungerlo. Quella stessa struttura che in un solo anno è stata pesantemente manomessa dallo ”spoil system” leghista, con una concezione proprietaria delle istituzioni che Pisa non aveva mai conosciuto. Con una subalternità agli interessi privati costituiti, di pochi non collettivi, che espone il Comune a rischi molto gravi. I ricercatori dell’Osservatorio
Cottarelli dicono, testualmente, che con una spesa non molto superiore allo standard Pisa riesce a offrire servizi in quantità e qualità molto superiore alla media. Per gli amministratori di un comune questo riconoscimento oggettivo, fatto in comparazione, ha un altissimo valore – aggiunge Filippeschi – vuol dire che i soldi dei cittadini sono stati amministrati bene e che gli impegni presi al momento del voto, con i programmi, sono stati mantenuti. Si chiama buongoverno. Come ho sempre fatto, rivendico anche la continuità con le scelte virtuose dell’amministrazione che ha preceduto quella che ho guidato. Nonostante il peso di dieci anni di gravissima crisi economica, 2008-2018, proprio quelli dei due mandati delle mie giunte – sottolinea l’ex sindaco – abbiamo migliorato il conti del Comune fino a questi risultati. E abbiamo fatto investimenti mai visti prima, portando in città risorse esterne, come i fondi europei, in quantità assolutamente inedite. Sono stati risultati fatti controcorrente, in controtendenza rispetto a quelli di tanti altri enti pubblici. Oggi invece la città appare ferma, purtroppo, senza progetti nuovi né ambizioni”.
E si fa sentire anche Paolo Fontanelli, sindaco di Pisa dal 1998 al 2008. “E’ evidente che il merito di quel risultato è delle amministrazioni precedenti a quella attuale ed è il portato di un processo di gestione in equilibrio del bilancio della durata di molti anni. E forse sarebbe utile, anche ai fini non solo di una corretta comprensione dei dati ma dell’insegnamento che se ne può trarre, approfondire l’analisi e vedere da quali scelte ha tratto origine questa virtuosità. Invece siamo al ridicolo di un sindaco che è arrivato adesso e che cerca di usare “Cicero pro domo sua” il lavoro e i risultati dei sindaci e delle Giunte precedenti. Risultati frutto di scelte che la sua parte politica ha sempre negato e, anzi, ha combattuto con il voto contrario nei Consigli comunali. Tutto ciò è penoso, perché semmai dovrebbero ringraziare per aver trovato una buona situazione finanziaria e un bel po’ risorse disponibili anziché debiti, come è avvenuto in molti Comuni. Al contrario il sindaco Conti cerca maldestramente di annebbiare quei risultati e di seminare dubbi sul lavoro delle giunte di centrosinistra. Per farlo chiama in causa Sergio Cortopassi, assessore al bilancio dal 2003 al 2008, che certamente ha dato un contributo fondamentale al riequilibrio del bilancio, ma Cortopassi era assessore di una Giunta e di una maggioranza di centrosinistra. E quella linea è stata possibile perché nel programma presentato alle elezioni nel 2003, nelle scelte di risanamento finanziario fatte negli anni precedenti e nel lavoro di riorganizzazione della macchina amministrativa, era chiaramente indicato l’indirizzo del riequilibrio del bilancio. Obbiettivo realizzato con una politica rigorosa sul piano delle entrate e anche con la vendita di quote e di beni pubblici considerati non necessari alla attività del Comune e ai servizi per i cittadini. Comunque tutte queste cose, chiamiamole fatti e informazioni, sono facilmente riscontrabili con una ricerca sulla stampa o sugli atti dei consigli comunali di quegli anni. E forse sarebbe un buon servizio per la memoria dell’opinione pubblica, e per la virtuosità o meno dei comportamenti futuri, fare in modo che i problemi vengano raccontati nella loro genesi e non solo nella semplificazione del momento. Questo vale per molti aspetti che interessano i problemi del territorio”.
Non ci resta, a questo punto, che sentire l’opinione di Sergio Cortopassi, il cui merito è stato riconosciuto sia dall’attuale sindaco che dai due precedenti.
Foto: Paolofontanelli.it