– Pier Luigi Ara
– “Verità per Giulio Regeni”. A caratteri cubitali la scritta su uno striscione giallo è comparsa a una delle finestre di palazzo municipale di Calci (Pisa), dove il sindaco Massimiliano Ghimenti ha ricevuto in visita di cortesia Claudio Regeni, padre di Giulio, il giovane ricercatore friulano ucciso in Egitto tre anni fa in circostanze oscure. In Valle Graziosa si è svolta una rimpatriata di ex commilitoni del 1974 del Primo Contingente Genio ferrovieri di Castel Maggiore a Bologna , cui ha fatto parte Claudio Regeni. Un incontro cordiale con la gente a manifestare alla famiglia Regeni la solidarietà di Calci. Un gesto molto apprezzato dall’ospite il quale ha raccontato tutto il calvario affrontato per fare luce sull’omicidio del figlio,divenuto un giallo internazionale.
“Andiamo avanti- ci ha confidato Claudio personalmente -. Ci commuove la mobilitazione anche delle istituzioni, a ogni livello, per cercare di sapere ciò che viene tenuto nascosto. Comunque non ci arrendiamo. I compagni d’armi mi sono sempre vicini”.
Una persona distinta, Claudio, semplice, alla mano, dai modi cortese. Un signore senza ombra di dubbio. Elegante. Nella circostanza l’abbraccio a Calci, grazie soprattutto a Mario Zangarelli, il noto chef de “La Cantina di Gio'”, il locale che va per la maggiore all’ombra del Monte Pisano, che ha fatto gli onori di casa accogliendo la decina di ex commilitoni venuti da varie parti d’Italia.
Insieme a Claudio Regeni, di Trieste, Sauro Geppetti (Rosignano), Giovanni Gronchi (Cascina), Massimo Gori (Prato), Danilo Raffi (Arcidosso sull’Amiata), Gilberto Sgaldini (Monfalcone), Luigi Ecoretti (Udine), Maurizio Fantina (Udine), Bruno Forgiarini (Livorno). Un clima di grande amicizia nel ritrovarsi uniti a distanza di quasi mezzo secolo. Episodi piccoli e grandi rievocati nel rimembrare la beata gioventù. Erano soldati nei verdi anni e oggi la maggior parte di loro sono babbi e nonni. Squarci di vita vissuta, anche il ricordo del loro capitano Francesco Cornacchia “tremendo ma umano”, in particolare il silenzio fuori ordinanza, ma solo l’ultimo, quello che segnò lo “sciogliete le righe” del ritorno a casa.
Pier Luigi Ara
- Nella foto di gruppo Claudio Regeni indossa il cappello