Nella bella cornice di Monteriggioni torna la festa medievale, quest’anno giunta alla XXIX edizione. Per due week end lunghi, dal 4 al 7 luglio e dal 12 al 14, il borgo senese fa un tuffo nella storia, indietro di secoli, diventando meta ambita per il turismo nazionale e internazionale.
“Ci sono alcuni elementi simbolici nel racconto della Toscana, direi dei luoghi simbolici – ha detto l’assessore regionale al turismo Stefano Ciuoffo – e qualcosa che immediatamente dà la percezione di chi siamo nel momento in cui cerchiamo di raccontare la Toscana al mondo: fra questi elementi simbolici sicuramente c’è Monteriggioni che, con la sua corona di mura sulla collina, è una sintesi di questo racconto e di quella Toscana ricca, attenta che cura il territorio che ha attenzione al paesaggio, che ha orgoglio della propria storia, che mantiene la propria identità e che di tutto riesce a fare un elemento non solo di promozione turistica in termini economici ma anche un elemento identitario di valore. Noi siamo quella storia, quel luogo e quella comunità”.
Il tema di quest’anno è “La donna al tempo di Dante: quella che imparadisa la mia mente”. Su questo si baseranno le rievocazioni storiche durante i giorni di festa, partendo dalla ricostruzione di un matrimonio al tempo di Dante e alla presenza di tanti gruppi storici delle città amiche. Le feste iniziano il 4 luglio con il banchetto medievale, al Castello, in una delle più suggestive piazze d’Italia, e che ripercorrerà la storia del borgo attraverso le antiche pietanze.
Costruito dai senesi tra il 1214 e il 1219 il Castello di Monteriggioni sorse su un terreno acquistato dalla famiglia nobile Da Staggia, per volere del podestà Guelfo da Porcari. Dall’alto del borgo si potevano controllare le valli dell’Elsa e dello Staggia. Le mura circolari furono realizzate seguendo l’andamento della collina. Per rendere inespugnabile il castello non si esitava a dare fuoco alle carbonaie (fossati pieni di carbone).
… però che, come in su la cerchia tonda
Monteriggion di torri si corona,
così la proda che ‘l pozzo circonda
torregiavan di mezza la persona
li orribili giganti, cui minaccia
Giove del cielo ancora quando tona”.
Dante Alighieri, Inferno, Canto XXXI
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