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Hermanin: “Ecco la nuova sfida di +Europa”

- Politica
21 Agosto 2019

Nonostante il mancato raggiungimento del quorum alle ultime elezioni Europee il movimento +Europa va avanti e si riorganizza. Lei è stata eletta vicesegretaria. Ci può dire quali sono le nuove sfide del suo partito?
Per mesi le forze politiche presenti in Parlamento si sono rincorse senza esprimere un nuovo programma per l’Italia, se non quello della “riduzione delle poltrone”. La sfida di +Europa, che dopo le elezioni rimane il sesto partito italiano nei sondaggi, è quella di andare aldilà della cacofonia del “chi sta con chi” e proporre dei contenuti chiari per un’agenda di governo, nazionale e locale. A iniziare da una transizione ecologica della nostra economia da intraprendere senza paura di intaccare la crescita economica e affidandosi a soluzioni tecnologiche. Attorno a questa agenda, e alla tutela di uno Stato di diritto, incompatibile con le riforme della giustizia made in Cinque Stelle, stiamo continuando a costruire la forza politica liberal-ecologista che manca in Italia e che vince nel resto d’Europa.

Qual è il suo giudizio sulla crisi di governo?
Una cosa è certa: un governo che si formasse a partire dall’accettazione acritica del “taglio dei parlamentari”, ossia la proposta di riforma costituzionale, partirebbe senz’altro col piede sbagliato, perché scenderebbe immediatamente a compromessi con il populismo grillino. Una cosa era imporre un riassetto istituzionale con la fine del bicameralismo perfetto e ridurre il numero di rappresentanti in Parlamento contestualmente a una riforma elettorale, come si era tentato di fare nel 2016. Altro sforbiciare le poltrone a nome di un risparmio di 500 milioni a legislatura ridicolo in confronto, per esempio, a ciò che si potrebbe risparmiare iniziando a rimettere in discussione i sussidi dannosi per l’ambiente che, secondo l’omonimo Ministero, ammontano oggi a quasi 19 miliardi l’anno. Ridicolo e pure dannoso, perché senza riforma elettorale o ribilanciamento dei poteri delle Camere, questa riforma consegnerebbe a un Senato in cui entrano esclusivamente le maggiori forze politiche, le chiavi per il controllo di tutto il Parlamento.

Elezioni Regionali. Simona Bonafè si è chiamata fuori dalla candidatura per la poltrona di presidente della Toscana. Il centrosinistra si presenterà compatto? Con o senza +Europa?
Tra chiarimenti interni al Pd e futuribili alleanze di governo, il terreno è tutto tranne che maturo per parlare di alleanze alle regionali. Il percorso di Più Europa è stato e continua ad essere autonomo. In molte città toscane si stanno formando dei gruppi locali del partito e la nostra priorità dei prossimi mesi è connetterci per discutere anche della politica regionale. Bisogna capire quali e quante sono le proposte del centrosinistra, prima di iniziare a ragionare di poltrone di presidente. Che brutto termine, però, lasciamolo ai grillini.

Centrodestra, centrosinistra, europeista, più o meno liberale… come descriverebbe il suo partito?
Ecologista liberale, o liberale ecologista. Vede, l’ambientalismo deve essere anche fuori dalla sinistra. Chiunque abbia una seria coscienza ambientalista sa che è urgente occuparci del concreto prima che dell’ideale e che per farlo non si può che affidarsi alla tecnologia e al mercato, non a un approccio conservazionista. Che siamo europeisti e liberali lo abbiamo messo in chiaro con la scorse campagne elettorali, spero. Siamo l’unico partito elettorale italiano membro dell’Alleanza dei Liberali e Democratici Europei. Centrodestra o centrosinistra sono categorie che mi interessano poco: le paiono ancora pertinenti alla situazione politica nostrana, o globale?

Nella polemica su presunti rubli dalla Russia alla Lega qualcuno ha ritirato fuori la storia dei soldi di Soros a +Europa. Come risponde?
Soros e consorte hanno finanziato Più Europa all’inizio dell’anno con una donazione totale di 200mila euro. Gliene siamo riconoscenti, anzi, siamo orgogliosi che una persona additata come peggior nemico dalla maggior parte dei nuovi campioni illiberali (Trump, Orban, Putin) sia un amico di +Europa. Oltre alla provenienza da una potenza estera con evidenti interessi geopolitici a destabilizzare, tramite l’Italia, il resto d’Europa, penso che nel caso della Lega si parlasse di 65 milioni di dollari. Che potremmo aggiungere ai famosi 49 milioni di euro. Faccia un po’ lei col paragone.

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Giornalista.

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