Chiariamo subito una cosa: i cori che prendono di mira i morti (Scirea o il Grande Torino) o inneggiano alle stragi, vedi Heysel, non c’entrano niente con il calcio. Non sono espressione del tifo, ma segni evidenti di un grave problema, l’imbecillità umana. Per questo, oltre che compatire i poveretti che si divertono in quel modo triste, bisogna al contempo usare la mano pesante, per dire basta, una volta per tutte.
Ci ha fatto piacere leggere, sul Corriere dello Sport, le dichiarazioni del presidente della Fiorentina, Rocco Commisso, che ha affrontato di petto la questione. Senza se e senza ma. “Non voglio più sentire cori né sull’Heysel e né su Scirea. Si va contro i miei principi, e non voglio neanche più quelli contro il sud. Io sono calabrese, Joe Barone (vice presidente, ndr) è siciliano, Montella è napoletano, attaccare i meridionali è attaccare noi. Non so chi abbia fatto quei cori, non li conosco, ma non voglio più sentirli. Ai leader della Fiesole dico: controllate i pochi che lanciano quelle urla. La Fiorentina è di tutti, mia, dei tifosi e della Fiesole. Quei cori e la violenza no”.
Riuscirà Commisso a salvare il calcio dagli imbecilli? Di certo la battaglia sarà dura, ma va combattuta, e per farlo bisogna iniziare a prendere le distanze, con forza. A dire basta. Gli stadi devono tornare a essere luoghi di festa, di sport, non di guerra. Va bene il tifo, che comprende anche contrapposizioni accese e sfottò, ma ci si deve fermare entro un certo limite. Non si può arrivare a offendere persino i morti. Non è ammissibile. E se qualcuno stupidamente lo fa, deve essere ripreso da chi gli sta accanto. Devono scattare dei meccanismi di autoregolamentazione, molto più efficaci delle sanzioni, squalifiche comprese del campo (o del settore).
Un’altra sfida lanciata da Commisso è quella di fare un giro del campo, prima delle partite, salutando tutti i tifosi, anche quelli della squadra avversaria. Lo ha fatto a Genova, al Marassi, e probabilmente lo farà all’Artemio Franchi contro la Juventus. Vedremo come reagiranno i tifosi. “È una bella cosa, mi piace”, commenta Filippo Pucci, presidente del Centro di coordinamento Viola Club. “Sulla reazione che avranno i tifosi avversari però non metto la mano sul fuoco. Credo tuttavia che Commisso abbia idee giuste, se vogliamo riportare tante persone allo stadio bisogna mantenere sempre un comportamento consono. Sabato pomeriggio c’ è un’ altra occasione per vedere come andrà il giro di campo, capiremo come reagirà il settore ospiti”.