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Quei toscani che seguono Renzi. E Nencini gli porta in dote il simbolo

- Politica
19 Settembre 2019

Tra i parlamentari che hanno deciso di seguire Matteo Renzi nella sua nuova avventura, “Italia Viva”, ci sono anche cinque toscani. Si tratta dei deputati Maria Elena Boschi, Cosimo Ferri e Gabriele Toccafondi, e dei senatori Francesco Bonifazi e (forse) Riccardo Nencini.

Avvicinatasi alla politica nel 2008, alle primarie per il sindaco di Firenze Maria Elena Boschi (classe 1981) sostiene la candidatura dello sfidante di Renzi, il dalemiano Michele Ventura. Renzi vince le primarie contro l’establishment del partito e conquista Palazzo Vecchio, la Boschi passa al suo fianco, partecipando alla Leopolda (di cui è la prima conduttrice). Eletta alla Camera nel 2013, diventa ministro per le Riforme e i rapporti col parlamento nel governo Renzi e sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel governo Gentiloni. Alle ultime elezioni Boschi è stata eletta in un collegio di Bolzano. Del Pd è anche Cosimo Ferri (classe 1971), magistrato, figlio dell’ex ministro della prima Repubblica Enrico, è stato sottosegretario alla Giustizia nei governi Letta, Renzi e Gentiloni. Nel marzo 2018 è stato eletto alla Camera.

Gabriele Toccafondi (classe 1972) fa l’esordio in politica nel 1999 come consigliere comunale di una lista civica di centrodestra, nel 2004 viene rieletto con Forza Italia. Nel 2008 viene eletto alla Camera nelle liste di Forza Italia. Ricandidato nel 2013, non viene eletto. Lo stesso anno diventa sottosegretario all’Istruzione nel governo Letta, in quota Pdl. Entra nel Nuovo centrodestra di Alfano e viene confermato sottosegretario nei governi Renzi e Gentiloni. Nel 2017, con lo scioglimento del Nuovo centrodestra, entra in Alternativa popolare, e nel 2018 viene eletto, in quota Civica Popolare (Beatrice Lorenzin), nel collegio uninominale di Firenze Centro.

Francesco Bonifazi (classe 1976) muove i primi passi in politica nei Ds. Nel 2009 diventa consigliere comunale a Firenze e sostiene la candidatura di Renzi alle primarie dem. Nel 2013 viene eletto alla Camera e dopo la vittoria di Renzi alle primarie del Pd diventa tesoriere del partito. Nel 2018 viene eletto al Senato,

Riccardo Nencini (classe 1959) inizia la sua esperienza politica giovanissimo, come capogruppo del Psi nel consiglio comunale di Firenze. Deputato nel 1992, nelle file del partito del garofano, nel 1994 viene eletto al parlamento europeo (Psi-Alleanza democratica). Nel 2000 è eletto al Consiglior regionale della Toscana, di cui diventa presidente, carica che mantiene fino al 2010. Successivamente per tre anni è assessore al Bilancio per la Regione. Dal 2008 al 2019 è segretario del rinato Psi, di cui ora è presidente. Nel 2013, entrato con il suo partito nella coalizione Italia Bene Comune, viene eletto al Senato in una lista del Pd. Nel 2014 entra nel governo Renzi, come viceministro alle Infrastrutture e Trasporti. Viene confermato nel governo Gentiloni. Nel 2018, dopo aver lanciato la lista Insieme, che mette insieme Verdi, Psi e i prodiani di Area civica, viene rieletto al Senato conquistando il seggio nel collegio uninominale di Arezzo, strappato con uno scarto di 3mila voti ad un candidato della Lega.

L’accordo con Nencini è molto importante per Renzi. Grazie a lui, infatti, l’ex premier può avere un gruppo tutto suo anche al Senato. Il regolamento di Palazzo Madama, infatti, vieta la costituzione di un gruppo a chi non abbia partecipato alle ultime elezioni con un proprio simbolo. Unica soluzione, dunque, è quella di confluire nel gruppo misto. Ma l’accordo con Nencini risolve tutto e Renzi, così, oltre alla Camera può piantare la sua bandierina anche al Senato. Nasce, così, il gruppo “Partito Socialista-Italia Viva”. Ma il Psi tiene a precisare che non entra nel movimento di Renzi: “Non è mai stata all’ordine del giorno la confluenza del Psi nel movimento dell’ex premier Matteo Renzi – si legge in un comunicato firmato da Nencini ed Enzo Maraio – Il Psi manterrà la sua autonomia politica e la propria identità. Il sostegno del Psi al Governo giallo-rosso rimane responsabile e leale. Il gruppo parlamentare avrà un taglio riformista che rafforzerà la nostra azione politica, nell’ottica dell’allargamento del campo del centrosinistra”.

 

 

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Giornalista.

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