Per mesi il signor Romano Carletti, pensionato di 84 anni, ha accompagnato a scuola un bambino di sei anni suo vicino di casa, non vedente. Andata e ritorno per cinque giorni alla settimana, da Consuma (frazione di Montemignaio, a mille metri tra le province di Arezzo e Firenze) a Pelago, sessanta km tra curve e tornanti.
Il bimbo non poteva salire a bordo dello scuolabus senza un accompagnatore. E visto che suo padre, taglialegna macedone, non poteva farlo, impegnato tutto il giorno con il lavoro, e la mamma non ha la patente, il piccolo aveva potuto frequentare le lezioni grazie a Carletti, che si era preso a cuore l’educazione del bimbo. Ora non c’è più bisogno di questo sforzo, perché il bambino ha ottenuto – come giusto – l’accompagnatore, e può viaggiare con i suoi compagni di scuola.
Il bel gesto compiuto da Carletti non è passato inosservato. Il 2 ottobre, a Roma, Carletti riceverà il premio di “Nonno d’Italia”.
Carletti non voleva che se ne parlasse (“queste cose si fanno, non si dicono”). E quando la notizia era uscita, sul Corriere fiorentino, un po’ si era arrabbiato. Non gli interessava ricevere ringraziamenti, ma solo aiutare quel bambino. E per questo si era rivolto anche al Comune. Ma in attesa che la burocrazia si sbloccasse, si era rimboccato le maniche risolvendo il problema a modo suo.
“Tutte le mattine, quando lo lascio a scuola, lo vedo avvicinarsi agli altri bambini, tocca i loro visi e li riconosce uno per uno. È una cosa stupenda”, aveva raccontato il “pensionato-tassista”. Grande cuore il signor Carletti. Nonno adottivo, nonno d’Italia.
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