Per vendicarsi nei confronti della sua ex convivente un uomo di Lucca se l’era presa con i gatti della donna, prendendoli a bastonate e ferendoli con un coltello, fino a provocarne la morte. Condannato in primo grado a un anno e sei mesi, la sentenza è stata confermata dalla Corte di appello di Firenze.
I fatti risalgono al settembre 2015. Raccapricciante la scena cui si trova di fronte la donna appena rientrata dal lavoro: i suoi gattini, Grigiolino e Nera (entrambi di 11 anni), sono senza vita sotto i mobili della cucina; la gatta più anziana (14 anni), Nuvola, è ferma sul suo tappetino, con i tendini tagliati e ben visibili. La necroscopia delle spoglie dei primi due gatti, inviate all’Izs di Pisa, accerta che la morte di Grigiolino e Nera è dovuta alle bastonate. Una violenza inaudita che lascia basiti. Come può un uomo arrivare a prendersela in questo modo con dei poveri animali indifesi? Certo, osserverà qualcuno, si uccidono anche i propri simili, figuriamoci gli animali…
“Siamo soddisfatti della sentenza”, commenta Ilaria Innocenti, responsabile Lav Area animali. “Già il Tribunale di Lucca aveva riconosciuto come dall’esame degli atti fosse emersa la piena prova, al di là di ogni ragionevole dubbio, della colpevolezza dell’uomo. Si tratta di fatti gravissimi che, come riconosciuto dal giudice del tribunale di Lucca, denotano mancanza di senso di umanità e un disprezzo per la vita animale, vera e propria crudeltà senza scrupoli, mancanza di sensibilità verso la vita altrui, con l’aggravante di aver abusato della coabitazione e dell’ospitalità della convivente, di cui aveva approfittato, e che avevano costituito l’occasione per far male agli animali”.
Lav auspica che il caso “sia di stimolo al Governo e al Parlamento per l’ormai improcrastinabile inasprimento delle pene per chi maltratta e uccide animali, reati le cui vittime talvolta non sono solo gli animali, ma anche le persone che vivono con loro, private degli affetti e costrette a subire scene di inenarrabile violenza e ferocia vedendo gli animali con cui hanno condiviso la vita familiare maltrattati e uccisi barbaramente”.
Foto: Wikipedia