La sinistra ha trovato il candidato per le Regionali del prossimo anno. Lo pensano in molti dopo il convegno di Livorno “Le idee dei sindaci per la Toscana”, svoltosi ai Bagni Pancaldi alla presenza di più di sessanta primi cittadini del centrosinistra arrivati da tutta la regione. Stiamo parlando di Brenda Barnini, sindaco di Empoli, ex renziana poi critica per l’uscita del senatore dal Pd.
Punterà su di lei la sinistra per cercare di non perdere la regione? La diretta interessata ha messo subito le mani davanti: “Portiamo idee, non siamo qui per dare un candidato”. I sindaci, riuniti a Livorno per dettare l’agenda al Pd in vista delle Regionali, hanno rispondosto alla chiamata di Dario Nardella, primo cittadino di Firenze, che lancia l’idea delle liste civiche per arginare la destra. Potrebbe essere questa la strategia della sinistra per cercare di non perdere la propria storica roccaforte. Ma queste liste civiche saranno, nei fatti, un’emanazione dei sindaci? Potrebbe essere. Anche se il Pd è interessato ad allargare la base elettorale ma non può permettersi di perdere troppi voti. Comunque se ne continuerà a parlare. Nardella assicura che non intende creare un partito e che non vuole dare fastidio al Pd: “Non siamo un’alternativa, ma un sostegno alla politica per fissare un’agenda di priorità che vengono direttamente dai territori”. Poi, visto che si doveva parlare di idee, lancia la propria: creare una multi-utility toscana per i servizi, che gestisca rifiuti, energia ed acqua, sia competitiva ed efficiente per contrastare i big del settore che “distribuiscono gli utili fuori della Regione”. Cita anche le infrastrutture, ricordando che tra chi non vuole toccare nulla né aprire un cantiere e chi, invece, sarebbe disposto a cementificare ogni metro libero, c’è spazio per una terza via.
Ma torniamo alla Barnini. Nel suo intervento punta subito al sodo: “Il Pd non riesce più a rappresentare tutta la società, dobbiamo allargare al civismo. Le elezioni regionali sono una cosa diversa dalle Comunali, ma se siamo qui è perché dovremmo ispirarci al principio che ci ha consentito nei Comuni di fermare la destra: mettere davanti alle logiche di partito e coalizione i bisogni dei cittadini. Da qui parte una scossa per il programma, senza quello nessun candidato salvatore della patria ci farà vincere”. Non può essere un nome, quindi, a salvare il risultato. E non importa (solo) chi si candida. Bisogna imparare anche dalla Lega, “che offre protezione”. Prima di tutto, assicura la Barnini, bisogna partire dalle idee, dalle cose che si vogliono fare per rispondere ai bisogni dei cittadini.
Per decidere chi sarà il prossimo candidato alla Regione si ricorrerà alle primarie? Molti, a dire il vero, non le vogliono più. Temono scontri e lacerazioni. Nate per aprire la politica alla partecipazione popolare, coinvolgendo la base (non solo gli iscritti e i militanti), le primarie furono una delle idee fondanti del Partito democratico. Oggi sembrano passate di moda.
Nardella: “Non esiste il partito dei sindaci”
Il sindaco di Firenze assicura che “non esiste il partito dei sindaci. I sindaci si sono ritrovati a Livorno per parlare di idee, non di nomi. Lo voglio dire con grande chiarezza, perché così si sminuisce il senso dell’iniziativa che è quello di portare idee al progetto del centrosinistra”. Nardella risponde in questo modo a chi gli chiede conferma su una possibile candidatura del sindaco di Empoli alla Regione Toscana. “Lasciamo la discussione e le polemiche sui nomi ai partiti. Come sindaci noi vogliamo dare una mano a costruire un’agenda per il programma delle elezioni del 2020 in Toscana”. Quando gli hanno chiesto un commento sul fatto che il nome della Barnini sembra riscuotere un certo consenso, Nardella ha liquidato così il discorso: “Non era e non è quello l’obiettivo, i sindaci non hanno da fare candidati”.
Foto: Facebook (Brenda Barnini)