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Pugno in faccia a una ragazza nel sottopasso della stazione

- Cronaca
1 Ottobre 2019

Sono le 23.22 del 28 settembre scorso. Una ragazza cammina tranquilla nel sottopasso della stazione ferroviaria di Arezzo quando, all’improvviso, viene aggredita da un uomo che le sferra un pugno in faccia, procurandole la frattura al setto nasale. Un episodio grave e inquietante. Per fortuna le telecamere di sicurezza hanno ripreso la scena permettendo, in seguito, di risalire all’aggressore, un 32enne del Mali, già noto alle forze dell’ordine. È stato denunciato per gravi lesioni personali. La ragazza, una 25enne di Arezzo, è stata medicata al pronto soccorso, con una prognosi di 18 giorni.

Ma torniamo al filmato. Si vede la giovane che percorre il sottopasso che collega lo scalo ferroviario ai giardini di Campo di Marte, quando ad un certo punto passa vicino all’uomo. Sembra che lui dica qualcosa, dopo poco la ragazza si volta e lui, dopo un breve scatto, le arriva a pochi centimetri di distanza e l’aggredisce. Sarà stata una parola di troppo a scatenare la reazione? Oppure si è trattato solo di un brutale scatto di violenza. Dal video si vede anche che l’uomo, mentre corre avvicinandosi alla ragazza, ha una bottiglia in mano. Forse aveva bevuto troppo? Non lo sappiamo. Di certo questo episodio evidenzia che non possiamo mai stare tranquilli e che bisogna tenere sempre alta la guardia, specie quando siamo soli.

Foto e video: Carabinieri Arezzo

 

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

2 Commenti
    Dino

    Ormai e’ chiaro che picchiare donne sconosciute nei luoghi pubblici e’ “normale” per gli africani. Questo l’ha colpita perche’ la ragazza ha osato ignorarlo quando l’ha afferrata per la manica e, peggio ancora, ha osato voltarsi e tenergli testa. Non e’ la malattia mentale del singolo proveniente dal Togo o dal Gambia, e’ proprio il loro modo di comportarsi. Vanno rimpatriati tutti (con la sola eccezione di quei pochissimi che davvero provengono da zone di guerra, e solo fino a quando la guerra sia finita nel loro paese, come dice perfino il Dalai Lama).

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