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È morto Beppe Bigazzi

- Cronaca
9 Ottobre 2019

Si è spento all’età di 86 anni il gastronomo e giornalista Giuseppe Bigazzi. Dopo aver lavorato per la Banca l’Italia e una lunga carriera all’Eni aveva dato libero sfogo alla sua passione per il buon cibo, curando una rubrica per Il Tempo. In seguito era arrivato alla tv, nel programma “La borsa della spesa“, su Unomattina. Ma il pubblico lo aveva apprezzato soprattutto per la sua partecipazione a “La prova del cuoco“, condotto da Antonella Clerici.

Nel 2010 fu sospeso dal programma della Clerici per una feroce polemica scoppiata dopo che rivelò di aver mangiato la carne di gatto nella sua infanzia. Per farlo citò un proverbio: “A Berlingaccio (il giovedi grasso, ndr) chi non ha ciccia ammazza il gatto”. L’aver citato questa frase, soffermandosi poi sulla procedura utilizzata per togliere l’odore “selvatico” all’animale, per migliorarne il gusto, scatenò l’ira degli animalisti che indussero la Rai ad allontanarlo dal programma. In un’intervista al Corriere della sera spiegò le proprie ragioni: “Negli anni ’30 e ’40 come tutti gli abitanti del Valdarno a febbraio si mangiava il gatto al posto del coniglio, così come c’era chi mangiava il pollo e chi non avendo niente andava a caccia di funghi e tartufi non ancora cibi di lusso. Del resto liguri e vicentini facevano altrettanto e i proverbi ce lo ricordano. Questo non vuol dire mangiare oggi la carne di gatto, ho solo rievocato usanze”.

Nato a Terranuova Bracciolini (Arezzo) nel 1933, a ventisei anni si laureò a Firenze in Scienze Politiche. Dal 1961 al 1966 lavorò alla Banca d’Italia, avvicinandosi al mondo del giornalismo con gli scritti per il Nuovo Osservatore, diretto dal sindacalista e politico Dc Giulio Pastore. Nominato, nel 1968, vicesegretario generale del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, fu anche membro di comitati interministeriali per la programmazione economica fino al 1970. Assunto all’Eni nel 1970, vi rimase fino al 1993, quando andò in pensione. Per la grande azienda fondata da Mattei ricoprì l’incarico di direttore delle relazioni estere, direttore generale e, in seguito, ad della Lanerossi e presidente di alcune società del gruppo.

La sua antica passione per il cibo trovò sfogo nella apprezzata rubrica “Luoghi e Delizia” che curò sul quotidiano Il Tempo dal 1997 al 1999. In tv arrivò con una rubrica su Unomattina, “La borsa della spesa”, fino a diventare una colonna de “La prova del cuoco”, sempre su Raiuno.

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

8 Commenti
    lorenzo van perg

    n e abbiamo mangiati di gatti tra il 43 e il 45 !!!! beata ipocrisia dei cresciuti a nutella e buondi motta…

    Francesca

    Riposi in pace, ma quando lo sospesero fecero bene perché parlando dell’uccisione del gatto lo fece con un certo gusto : disse che bisognava te nerlo in acqua fresca, sempre con un sorrisino compiaciuto. Ripeto, riposi in pace.

      Il Gallo

      Cara Francesca dovresti anche tu patire un po’ di fame, quella del ’20, altro che sorrisino.

        CHISSACHILOSA

        Il sorrisetto divertito ce lo ha visto solo lei. Comunque quello che sconcerta noi poveri essere umani che a priori non scartiamo ogni tipo di cibo, è che , per esempio, gli animalisti come lei, se ne guardano ben bene dal combattere la Cina ed i cinesi che fanno grande incetta di cani, gatti, pipistrelli e praticamente di tuttala fauna esistente. Anzi siete i primi a servirvi dei loro supermercati.

    Michele Lascaro

    Per quanto posso dire, Bigazzi, espertissimo di cucina tradizionale, era un fine umorista. Per cui la storiella dei gatti fu esageratamente giudicata dalla Rai , che non tenne conto del suo modo di esprimersi. Evidentemente non capivano niente del suo spirito. Ho conosciuto, per inciso chi, durante la Grande Guerra, si è nutrito anche di gatti.

    Florio

    Caro Beppe .. eri e Resterai uno dei Piu’ Grandi Conoscitori delle Ricette e delle Usanze degli Italiani e Purtroppo NON ce ne sara’ Piu’ Uno Come TE. Lascia Pure che Si Offendano e Dicano Fregnacce i FALSI con il Sorrisetto Divertito che si sono sentiti Offesi per quello che hai Citato e che i Poveri Italiani erano Costretti a Mangiare per Campare in Tempo di Guerra… altro che Questi Animalisti Cretini e Ipocriti !!! Ci Manchi Tanto, Riposa in Pace.

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