– Andrea Gelli –
Come si diventa Bubbolatori®️ in poche comode lezioni
Nota introduttiva: quanto segue esonera i Bubbolatori che martedi sera si sono presi secchiate di acqua per seguire il Pisa, oggi vi abbraccio tutti… E mi limito ai “tastieristi dazoniani”.
Iniziamo con l’annosa questione, dibattuta da lustri in ambito accademico: “Bubbolatori si nasce o si diventa?”. Su questo portale lungi da chi scrive avventurarsi in dissertazioni filosofiche o manichee, ma nella possibilità che lo si possa diventare, ecco qualche breve lezione ad uso dei giovani e dei principianti del Bubbolo.
1) La Bubbolata preventiva: è un passaggio fondamentale, quando bubboli preventivamente non sbagli mai… perché se poi si perde puoi dire “telavevodettoio”, se si vince stai tranquillo che nessuno si ricorderà perché è intento a festeggiare. Quale può essere una bubbolata preventiva? Ad esempio: Perché non gioca X? (nome a piacere di quelli in panchina, tribuna, possibilmente non squalificati o infortunati noti, tipo Varnier per fare un esempio). Se si ha difficoltà nel lessico va bene anche un “oggi la vedo male”: accettabile, ognuno fa quel che può.
2) La Bubbolata generica: su quella si può dormire sogni tranquilli, non si sbaglia quasi mai anche se poi vinci 4-0.. Un esempio? A) “La formazione non mi convince” (così, a caso, senza argomentare). B) Servono difensori/centrocampisti/attaccanti (Chi? In che ruolo preciso? Con quali caratteristiche? Che ne vuoi fare di quello che gioca attualmente?).
3) Basarsi solo sul tabellino per giudicare: comodissimo, come non pensarci prima, senza star a perder tempo a vedere le partite facendo altro… Si è perso? Si è giocato male… Abbiamo subito goal? Colpa della difesa… Non abbiamo segnato? Colpa dell’attacco… E già che ci siamo mettiamoci dentro il centrocampo, non si sbaglia mai, in ogni caso tanto non ci capisce nulla nessuno… Dai, provate, vedrete che facilità!
4) Aspettare il momento opportuno per Bubbolare: bubbolare si sa è bello, comodo, facile, ci riscatta da una vita difficile almeno per qualche oretta, ma bisogna farlo al momento giusto. Pazientare, so che alle volte anche quando in amichevole a Storo perdi col Bari, la tentazione di Bubbolare è forte… Ma no, cari discepoli, il vero Bubbolatore deve saper aspettare il momento giusto, come un giocatore di scacchi. Una sconfitta? Può essere ma meglio due consecutive… un pareggio in casa? Meglio se senza goal… una vittoria contro squadra “incerottata o morta in campo?”. Difficile ma non impossibile, almeno per chi ha anni di Bubbolate nel curriculum… I “mi piace” e i peana si sprecheranno e faranno di voi un Verointenditoredicalcio®️ ma soprattutto Unochevuolebenealpisa®️… Fa eccezione il derby perso, quello garantisce una libertà bubbolatoria inattaccabile e quindi permette di produrre qualsiasi discorso, anche offensivo nei confronti dei ragazzi, a prescindere dai pregressi risultati.
5) Bubbolare l’allenatore: anche lì bisogna aspettare il momento opportuno, vedi lezione 4… oddio, uno esperto riesce lo stesso ma voi principianti aspettate almeno un paio di risultati negativi.. Perché bubbolare un allenatore è facile come rubare le caramelle ad un bambino. Cambia modulo? Non dà certezze alla squadra… Non cambia modulo? È un komeinista o, per dirlo in termini scientifici, duro come un ca… in viaggio di nozze… Fa sostituzioni troppo tardi? Le doveva farle prima cosa vuoi che faccia in pochi minuti un subentrato. Le fa troppo presto? Le doveva risparmiare per gli eventuali infortuni… entra quello invece di quell’altro e gioca male? Doveva mettere quell’altro eraovvio®️… Ma se proprio proprio non si riesce a scrivere più di tre parole attaccate, non si sbaglia mai a dire “l’allenatore è in confusione” e fine della discussione.
6) Bubbolare la Società: un pelo più difficile del punto 5, resta tuttavia estremamente agevole, almeno in sede di mercato o meglio ai primi due tre risultati sfavorevoli, attaccarsi a “non hanno voluto spendere” oppure “io avrei preso un attaccanteda20gosenzarigori®️ e non capisco come mai hanno ritenuto di non prenderlo”… che devono essere più presenti alle conferenze pre partita ma poi quando parlano sbagliano… e soprattutto non passerà mai di moda il ritrito “non vogliono spendere perché non gli fanno fare lo stadio'”…
7) Bubbolare i giocatori: semplice anche questo… Se si perde “non si sono impegnati non hanno sputato sangue non hanno mangiato l’erba ecc ecc”.. Si è vinto? Allora tutto il contrario….vedere la prestazione è solo tempo perso, basta il risultato (popò di duri).
Dai, non è difficile anche se il vostro titolo di studio è il Nido passato ai rigori comprando il diploma in Albania..
Bene, adesso studiare, a presto nuove lezioni, nel frattempo fatevi anche una risata che ieri si è vinto…
Andrea Gelli
Foto: Gabriele Masotti