– Doady Giugliano –
Mentre in Europa e nei Paesi dell’Occidente si è dato il via alle celebrazioni del trentennale della caduta del muro di Berlino, a Pisa siamo in attesa da 75 anni che ne venga abbattuto un altro. Trattasi di un muro o meglio di una porzione di muro che dopo aver resistito alle bombe della seconda guerra mondiale, è sopravvissuto anche ai tentativi compiuti dalle molteplici amministrazioni comunali avvicendatesi in questo lungo lasso di tempo. Il “reperto storico” sembra più solido della testa di Terminator. Resiste alle carte bollate, grazie alla burocrazia, ed anche all’eccesso di inquinamento acustico ed ambientale causato dalla mole di traffico che si snoda quotidianamente a poco più di 2 metri dalle sue fondamenta.
Se la cosa non fosse tragicamente obbrobriosa, per una Città d’Arte come Pisa, ci sarebbe da sorridere pensando a come costruissero assai bene in un passato non troppo recente. Ovviamente stiamo parlando di quel rudere che sfregia da troppo tempo l’inizio dello splendido Lungarno Galilei. Una ferita alla città mai rimarginata, causata pare (condizionale d’obbligo), dai disaccordi tra gli eredi di quell’area oggi transennata.
Qualcuno dei pisani veraci, un po’ anzianotti, afferma che tutto questo è dovuto ad una sorta di maledizione messa in atto dal fantasma di una giovane sposa che, nel palazzo accanto, oggi sapientemente ricostruito, venne barbaramente uccisa dal marito, sembra per una storia di corna. Fatto sta, corna o non corna, che questo obbrobrio non si trova il modo di eliminarlo.
Si potrebbe tentare con un esproprio, ma come ben sappiamo un’operazione del genere avrebbe tempi e soprattutto costi non indifferenti. Non possiamo neppure sperare in una scossetta di terremoto, vista la resistenza dell’obbrobrio ed il sostegno della maledizione del fantasma. In attesa che l’attuale amministrazione comunale studi qualche valida soluzione, non ci rimane che organizzare a Pisa un convention di esorcisti, provenienti dalle varie confessioni religiose (scommetto che non sapevate che esistono esorcisti per ogni religione!). A loro il compito di dare pace all’Anima della bella Signora, chissà che senza il suo sostegno, con la prossima libecciata, si risolva il problema!
Foto: Google Maps
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Perché la rubrica si chiama “Lo scolmatore”? Quando il troppo è troppo è opportuno aprire le paratie dando libero sfogo all’acqua, per evitare che tracimi allagando tutto. Ogni riferimento al canale Scolmatore, che dall’Arno devia l’acqua in eccesso al mare, è voluto. Un libero sfogo ragionato da cui si possono trarre spunti di riflessione interessanti.
Caro Doady, eh, eh, eh!
Cosa vuoi che sia il tempo per una espropriazione a fronte di quello trascorso dalla fine della guerra? Già che ci sei potresti sapere cosa l’iniziativa pubblica ha in mente per il palazzo di via San Lorenzo. Una nuova Steccata, tipo Parma?