Operazione della Digos di Firenze e Siena nei confronti di dodici persone appartenenti agli ambienti dell’estremismo di destra, indagate per “la costituzione di un’associazione con finalità eversiva”. Eseguite numerose perquisizioni presso abitazioni, uffici e capannoni nella provincia di Siena. L’inchiesta, partita dal monitoraggio dei social network, è stata portata avanti grazie alle intercettazioni telefoniche. Da alcune di queste sarebbe emersa la volontà di passare dalle parole ai fatti. In passato alcune delle persone intercettate avevano espresso l’intenzione di far saltare in aria la moschea di Colle val d’Elsa (Siena) mediante i tubi del gas.
Gli indagati sono cittadini italiani e risiedono nella provincia di Siena. Le perquisizioni sono scattate dopo alcuni particolari emersi durante le intercettazioni a cui erano sottoposti gli indagati per presunti fatti eversivi. Oltre a inneggiare all’odio razziale e al fascismo, alcune delle persone indagate avevano offeso il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, definendolo “delinquente, comunista fradicio”. In un altro caso un giovane di colore era stato definito “negraccio di m…”. Parole, queste, inserite all’interno di conversazioni private ma che agli inquirenti hanno permesso di delineare il perimetro culturale e sociale all’interno del quale si muovevano le persone indagate.
Non più giovani, gli indagati non hanno precedenti penali. Notevole la quantità di materiale sequestrato, compresi esplosivi, residuati bellici e armi legalmente detenute.
L’intenzione di far saltare in aria la moschea di Colle Val d’Elsa non venne portata a termine perché uno degli indagati, un 60enne di Siena nostalgico delle SS, sarebbe stato contattato dalla polizia che aveva notato strani movimenti vicino all’edificio. “Noi, come ci si move – dice un indagato in una conversazione intercettata- siamo no guardati a vista… di più”.
L’indagine, come dicevamo, è partita dal monitoraggio dei social network. Il 60enne indagato, dipendente del Monte dei Paschi di Siena, su Facebook aveva pubblicato delle foto che lo ritraevano con una mimetica delle SS a bordo di un sidecar militare. In altre immagini l’uomo compare a Dongo, dove fu ucciso Mussolini, mentre fa il saluto romano e mima con le mani il gesto di sparare a un cartello dell’Anpi, l’associazione di partigiani. La Digos ha recuperato anche foto in cui l’uomo impugna un lanciarazzi e un album accompagnato dalla musica dell’inno ufficiale del partito nazionalsocialista tedesco. Sempre da un profilo Facebook a lui riferibile, il 60enne si qualificava come segretario della federazione di Siena del Mis (Movimento Idea Sociale).
“Se devo tirare una pistolettata non mi faccio problemi.. la destra estrema è una filosofia di vita”, diceva in una conversazione intercettata il nostalgico delle SS al centro dell’inchiesta. Secondo gli investigatori l’uomo aveva l’abitudine di recuperare esplosivo da ordigni inesplosi ritrovati. I membri del partito ’Mis-Movimento idea socialè, di cui l’uomo si diceva segretario, si chiamavano fra loro “camerati” e dai colloqui emerge che avevano l’intenzione di costituire una “struttura qualificata pronta per ogni evenienza”: una sorta di “guardia nazionale repubblicana” chiamata a intervenire “arma alla mano, senza chiamare le forze dell’ordine e fare giustizia sommaria”.
Tra i 12 indagati ci sono anche due familiari del 60enne, la moglie e il figlio. Sul profilo social della donna, 52 anni, sono state pubblicate foto del marito davanti alla tomba di Mussolini a Predappio. Indagato e perquisito anche il figlio 22enne della coppia.
Tutte cazzate. Il governicchio abusivo sta cercando in tutti i modi di far credere che esista un pericolo nazifascista in Italia al fine di cercare di battere le destre, ma non funzionera’. Questo son cose gia’ viste e riviste coi governi comunisti.
quando si ha veramente intenzioni di agire in un certo modo…….bisogna usare il buon senso ed accendere il cervello, con la tecnologia di oggi……anche i muri hanno occhi ed orecchie, bisogna sapere tacere e evitare di rendere pubbliche certe idee, in quanto cè chi è pagato per ascoltarle e riferirle, la prudenza non è mai troppa….ed il buon senso insegna