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Anziani e malati tenuti più di trenta ore su una barella

- Cronaca
13 Novembre 2019

Il problema dei pochi posti letto negli ospedali sta diventando sempre più grave. Ma il caso denunciato da il Tirreno è di estrema gravità, visto che riguarda due persone anziane e malate, tenute su una barella per oltre trenta ore perché non c’erano posti letto. Stiamo parlando di quanto è capitato a Guiduccia Filidei, 84 anni, invalida al 100%, cardiopatica e non deambulante, e di Ivo Zanotti, 86 anni. Entrambi hanno vissuto una brutta esperienza al Pronto soccorso di Livorno. La signora Filidei nel primo pomeriggio di domenica si è sentita male per una sincope. Chiamato il 118 dai familiari è stata portata in ospedale. Dato che non c’erano posti disponibili è stata messa in attesa su una barella del pronto soccorso. Ci è rimasta fino alle nove di sera del giorno dopo, quando i medici l’hanno fatta tornare a casa, visto che la pressione era tornata a livelli normali.

Il signor Zanotti, invece, si è sentito male al mattino presto di lunedì, intorno alle 6. Intervenuto il 118, gli hanno diagnosticato un attacco ischemico ed è stato portato all’ospedale. Purtroppo anche in quel caso non c’era posto, ed ha dovuto attendere 33 ore per avere una sistemazione in Neurochirurgia, in attesa di essere spostato in Neurologia o altro reparto. Due casi che non possono passare inosservati. Ci viene da aggiungere che, purtroppo, non fanno quasi più notizia, come se ormai fossimo abituati a questa situazione che, invece, è vergognosa e va denunciata, come bene hanno fatto i familiari dei due anziani. Nessuno pretende di ottenere un letto appena varcata la soglia dell’ospedale, ma un’attesa che si protrae per oltre trenta ore, su una barella, non è da paese civile. I due pazienti sono stati curati e monitorati, è bene chiarirlo. Ma, come raccontato al Tirreno dalla figlia della donna, per un giorno intero non le è stato cambiato il pannolone, con tutte le conseguenze che possiamo immaginare.

L’Asl si è scusata per i gravi disagi lamentati dai pazienti e dai loro familiari. In una nota precisa che “la paziente è stata dimessa perché le sue condizioni erano migliorate. Ci scusiamo con chi ha subito disagi: lunedì c’è stato un iper afflusso, 200 accessi rispetto a una media di 170”. Questione di numeri, che i manager delle strutture ospedaliere e i politici della Regione devono prendere in considerazione. Senza mai dimenticare che accanto ai numeri (e alle risorse in bilancio) c’è la dignità delle persone.

 

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Un fiume unisce la Toscana e rappresenta il modo di vivere forte e intraprendente del suo popolo. L'Arno.it desidera raccontarlo con le sue storie, fatiche, sofferenze, gioie e speranze. Senza dimenticare i molti toscani che vivono lontani, o all'estero, ma hanno sempre nel cuore la loro meravigliosa terra.

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