La legge elettorale della Regione Toscana, nota come Toscanellum, fu approvata nel settembre 2014. Prevede il ballottaggio se nessuno dei candidati alla presidenza raggiunge il 40% dei voti. È la prima volta, in Italia, che il doppio turno è stato introdotto in un’elezione regionale. Tra le maggiori novità ci sono i premi di maggioranza per garantire la governabilità: se una coalizione ottiene più del 45% dei voti porta a casa il 60% dei seggi. Se invece i voti presi oscillano tra il 40 e il 45% viene assegnato il 57,5% dei seggi. È previsto uno sbarramento per entrare nel consiglio regionale: il 10% per le coalizioni, il 5% per le liste che si presentano da sole. All’interno di una coalizione le liste devono ottenere almeno il 3% per poter accedere alla ripartizione dei seggi assegnati.
Dopo appena cinque anni in Toscana c’è chi pensa di cambiare la legge elettorale. Se ne parla da mesi ma ora, a sette mesi dal voto, Sinistra italiana esce alla scoperto, rivolgendosi al Pd ma anche a Italia Viva e 5 Stelle. “Cambiamo questa legge elettorale regionale sbagliata e anti democratica”, afferma Tommaso Fattori, capogruppo di Sì Toscana a sinistra -. Correggiamo almeno gli elementi più odiosi, il tempo c’è”.
Ma perché cambiare proprio ora, in extremis, la legge elettorale? “Il Pd la scrisse su misura per se stesso nel 2014 – spiega Fattori -. Ma ora è perfetta per Salvini. Sarebbe il classico esempio di eterogenesi dei fini. Non perdiamo questa occasione. Noi vogliamo fare una battaglia per il proporzionale puro ma almeno come extrema ratio togliamo i listini bloccati, via le soglie di sbarramento differenziate e premio di maggioranza solo per chi supera il 50% al primo turno, altrimenti ballottaggio”.
La Lega ovviamente insorge: non vi azzardate a cambiare ora la legge elettorale. Susanna Ceccardi alla fine di agosto aveva tuonato contro l’ipotesi di una modifica in extremis del sistema elettorale. Ma Eugenio Giani (Pd) l’aveva rassicurata: “Non abbiamo alcuna intenzione a 8 mesi delle elezioni di mettere mano al sistema elettorale”. Lo stesso aveva ribadito Enrico Rossi, presidente della Regione. Ma in politica mai dire mai. Abbiamo già visto, di recente, il formarsi di alleanze di governo tra forze che si sono combattute per anni. Quindi non ci stupiremmo di un cambiamento del sistema di voto. Vedremo come andrà a finire. Di certo cambiare ora le regole del gioco fornirebbe un assist incredibile alle recriminazioni del centrodestra, che avrebbe facile gioco nel dire che “la sinistra cambia la legge per restare incollata alle poltrone del potere”.